(Mich Seixas / Operazione Mediterranea)
Tornano in mare aperto per la prima volta insieme la nave Mare Jonio dell’operazione a bandiera italiana Mediterranea, assieme alle imbarcazioni di salvataggio dell’Ong spagnola Open Arms e della tedesca Sea Watch. I vascelli di salvataggio sono salpati giovedì pomeriggio e si stanno dirigendo nel Mar Libico. Si apre così nel Canale di Sicilia una vasta operazione congiunta di pattugliamento e soccorso nelle acque internazionali a pochi giorni di distanza dal sequestro preventivo della nave Aquarius disposto dalla Procura di Catania per via di presunte irregolarità nello smaltimento dei rifiuti pericolosi a rischio infettivo, che secondo l’accusa sarebbero stati scaricati in maniera indifferenziata in 11 porti italiani.
«Il soccorso in mare continua a essere un dovere»: è il motto rilanciato da Operazione Mediterranea, un progetto promosso da diverse associazioni, Ong e parlamentari italiani attraverso già due missioni di cui è stata protagonista l’imbarcazione Mare Jonio, battente bandiera italiana, che ha svolto «attività di monitoraggio, testimonianza e denuncia della drammatica situazione» in cui si trovano i migranti che «in assenza di soccorsi» tentano di raggiungere le coste italiane dalla Libia.
L’instabilità in Libia e le frequenti partenze dalla Tunisia hanno fatto aumentare la frequenza delle partenze e, purtroppo, anche quelle dei naufragi. Proprio quello che la missione umanitaria congiunta vuole scongiurare.