«Morirai di fame». «Chiuderai ». «E vedrai quanto campi...». Sono alcune delle minacce che via web sono arrivate ad Azzurra Cerri, la barista di Viareggio che ha deciso di togliere le slot mettendo al loro posto una libreria.
L’articolo di Avvenire di dodici giorni fa che raccontava la sua storia ha avuto un mare di condivisioni, più di 30mila, con approvazioni, sostegno, applausi alla giovane barista viareggina.
Ricordiamo quanto ci aveva detto. «Il bar non lo sentivo più mio. Non era più il mio bar ma di quelle macchinette». E ci aveva raccontato delle «donne, soprattutto anziane, pensionate, che si rovinavano». Così aveva deciso di togliere le slot, ma ci aveva messo due anni. Anche allora minacce e insulti. Ma Azzurra aveva tenuto duro e alla fine erano state tolte. Una storia che è piaciuta a decine di migliaia di persone, come testimoniano le condivisioni.
Ma negli ultimi giorni sono cominciati a comparire messaggi critici, dal tono intimidatorio. Non tanti, solo una trentina, ma confermano come il movimento no slot dia molto fastidio. «Quando ho visto il primo messaggio con la frase 'morirai di fame', sono rimasta allibita – commenta Azzurra –, come se mi avessero detto 'la peste ti colga'». Ma nessun passo indietro. «No, anzi rafforzano la mia scelta. Sicuramente ho dato fastidio». E poi riflette. «Certa gente è proprio piccola se pensa che solo con le slot, e quindi coi guadagni facili, si può campare».
E proprio sui soldi battono molti dei messaggi. «E poi vedrai attività tra due settimane!». «Chiuderai, immagino la folla!». «E si vede che non facevi un euro con le slot e te le hanno tolte, altro che scelta». Azzurra replica convinta. «Non ci sono solo i soldi facili. Certo bisogna darsi da fare, organizzare serate. Devi lavorare di più ma è più stimolante e sono più contenta ». C’è poi chi l’accusa addirittura di voler togliere lavoro. «Tutti a fare i complimenti. Mi piacerebbe sapere cosa ne pensate se vi togliessero lo stipendio ad uno ad uno, se sareste qui a complimentarvi».
Oppure: «Se fanno tutti così gli stipendi vengono dimezzati». Frasi che fanno pensare ad Azzurra che «sia qualcuno che gestisce le macchinette, altrimenti un commento del genere non avrebbe senso». E rilancia l’accusa al mittente. «Lo stipendio casomai qualcuno se lo salva proprio perchè ho tolto le slot». Ma poi tornano le minacce e chi le augura un futuro a tinte fosche. «E vedrai quanto campi... Ne riparliamo tra sei mesi... Tra tasse e gabelle varie... E clienti ormai lobotomizzati che senza slot dei libri utilizzaranno solo la carta per rollare un filtrino...».
La risposta è nelle tante persone che vengono al bar, che portano libri, raccogliendo l’appello di Azzurra, che su facebook le fanno i complimenti per la sua scelta coraggiosa. È la conferma di quello che ci aveva detto: «Funziona. Guadagno 7-800 euro in meno al mese ma ho riacquistato la tranquillità. E chi prima giocava con quelle macchinette è rimasto come cliente ». E ora se ne aggiungono di nuovi. E c’è anche qualche barista che le chiede informazioni e consigli. Insomma il contagio no slot si allarga. «Vi ringrazio per lo spazio che mi avete dato», ci dice Azzurra. Avanti allora. Le minacce non la bloccano. «Il 13 ottobre nel bar presentiamo un libro sulla ludopatia, anzi sull’azzardopatia come dite voi», annuncia con soddisfazione.