Mediterranea Saving Humans
La Mare Jonio, nave del soccorso civile battente bandiera italiana e gestita dalla piattaforma italiana Mediterranea Saving Humans è entrata in cantiere a Venezia per lavori di manutenzione che, nel giro di qualche settimana, dovrebbero metterla in condizione di tornare nel Mediterraneo Centrale.
Sulla società armatrice di Mare Jonio la procura di Ragusa ha aperto un'inchiesta con diversi indagati. Non si ha notizia di sviluppi investigativi, in particolare non è stata mai convocata la compagnia di navigazione Maersk, che ha più volte dato disponibilità ad essere ascoltata dagli inquirenti italiani per spiegare le modalità della loro “donazione” a Mediterranea dopo che l'organizzazione umanitaria aveva trasbordato nel settembre 2020 un gruppo di migranti soccorsi dalla petroliera Maersk Etienne che per quasi 40 giorni rimase bloccata senza che Malta e Italia indicassero un porto di approdo.
Sulla nave, tuttavia, pende la diffida a svolgere in modo sistematico l'attività di soccorso in mare. Allo stesso tempo, però, Mare Jonio è stata certificata dal Registro navale italiana come vascello per "ricerca e soccorso". Si profila, dunque, una nuova battaglia legale per consentire la navigazione. La nave si trova attualmente a Porto Marghera e per il trasferimento da Venezia ha ottenuto il permesso di navigazione dalla Capitaneria di porto.
L’annuncio di Mediterranea appare come una sfida alle autorità e alla procura di Ragusa, che tuttavia ha sempre ribadito di non avere posto sotto indagine l’organizzazione umanitaria ma l’armatore.
“Abbiamo deciso di affrontare i lavori indispensabili a riprendere le missioni con la Mare Jonio. Il nostro obiettivo - annuncia Mediterranea con una nota - è di essere pronti a salpare entro il mese di giugno”.