lunedì 30 settembre 2019
Due incendi e scontri con la polizia nel campo profughi sull'isola di Lesvos, da sempre sovraffollato. Fra sabato e domenica sono arrivati a Lampedusa più di 170 migranti
Un bambino e una donna morti negli scontri al campo di Moria
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In 13mila chiusi dentro il campo profughi di Moria sull'isola di Lesvos, in Grecia. Scoppiano due incendi, muoiono una donna e un bambino. Seguono scontri, gas lacrimogeni, manganelli con la polizia che è intervenuta domenica per sedare la rivolta. Fra i feriti: i volontari intervenuti per cercare di spegnere le fiamme.
Una situazione esplosiva, quella di domenica, tanto che da Atene sono state inviate a bordo di elicotteri ulteriori forze di sicurezza. A detta dei profughi a Moria, i vigili del fuoco sarebbero arrivati con grande ritardo al campo. "Le fiamme si sono sviluppate in mezzo al campo, sei o sette container erano avvolti dal fuoco", ha raccontato all'Afp Fedus, un ragazzino afgano di 15 anni. "Abbiamo subito chiamato i pompieri, ma ci hanno messo almeno 20 minuti prima di arrivare qui". La rabbia rapidamente si è trasformata in una rivolta. Stando alle testimonianze dei migranti, nel rogo sarebbero morti una donna e due bambini. L'agenzia di stampa Ana invece parla di due vittime, facendo riferimento a fonti di polizia: si tratterebbe di una donna e di un bambino.


Il campo di Moria sull'isola di Lesvos è da anni al centro di veementi critiche, a causa del pesante sovraffollamento. Attualmente nel centro si trovano circa 13mila migranti: in teoria la struttura non potrebbe accoglierne più di 3mila.


GLI SBARCHI AUTONOMI A LAMPEDUSA
Fra sabato 29 e domenica 30 settembre sono arrivati a Lampedusa più di 170 migranti a bordo di 9 imbarcazioni diverse. Lo scrive LiveSicilia riportando orari e dati di diversi sbarchi, l’ultimo dei quali è avvenuto domenica intorno alle 18. A Lampedusa la situazione è complicata da diverse settimane: negli ultimi tempi c’è stato un aumento degli arrivi via mare, soprattutto dalla Tunisia, e l’unico centro di accoglienza rimasto sull’isola è costantemente sovraffollato. Sempre secondo LiveSicilia, lunedì 30 settembre alcuni migranti dovrebbero essere trasferiti altrove per cercare di alleviare la pressione sull’isola. "La maggior parte delle persone che arrivano in Italia" sui barchini "proviene dalla Tunisia. La prossima settimana, come ministro degli Esteri, emetterò provvedimenti per accelerare la procedure di rimpatrio" dei migranti. Così si è espresso Luigi Di Maio in tv domenica sera, che ha voluto far sapere che uno dei sui primi viaggi come capo della diplomazia italiana sarà proprio in Tunisia, un Paese "non pericoloso" con il quale è necessario fare "nuovi accordi".

In media, in Italia ci sono circa 18 rimpatri al giorno. Secondo una stima di Openmigration, questo tipo di allontanamento può costare circa 8mila euro per ogni migrante. E peraltro va aggiunto che la Tunisia è uno dei 4 Paesi con cui l'Italia ha accordi che funzionano. Gli altri sono Nigeria, Egitto e Marocco.

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