Un gommone di migranti nel Mediterraneo, immagine d'archivio
Hanno uno e due anni, sono un bimbo e una bimba, le vittime della nuova tragedia accaduta al largo di Lampedusa. I piccoli, che erano su un barcone carico di migranti diretto verso le coste siciliane, sono deceduti a causa di gravissime ustioni dopo una forte esplosione. Dispersa in mare una donna.
La Capitaneria di porto, che ha portando i 37 migranti verso molo Favarolo, non ha certezza sulle dinamiche dell'incidente. Ci sono anche diversi feriti, tra cui un un bimbo di 2 anni con ustioni su tutto il corpo, un ragazzo con ustioni alle gambe e una giovane donna gravemente ustionata, che sarebbe incinta e sarebbe la madre di uno dei bimbi deceduti. Sono stati portati con elisoccorso all'ospedale di Palermo.
E' stata aperta un'inchiesta per stabilire cosa abbia innescato l'incendio. In un primo momento si era diffusa la notizia dell'esplosione di una bombola, ma se fosse stata questa la causa il barchino sarebbe colato a picco e le vittime sarebbero state molte di più. Due le ipotesi: l'esplosione del motore oppure lo scoppio delle taniche del carburante provocato da una scintilla del motore, che i profughi cercavano di riaccendere, rimasto in panne durante la navigazione.
L'imbarcazione era stata segnalata in difficoltà questa mattina "in area di responsabilità Sar maltese, in prossimità dei limiti dell'area Sar italiana" da un motopesca tunisino che ha contattato la Guardia costiera di Lampedusa, riferisce la stessa Guardia costiera. In accordo con le Autorità maltesi - che hanno coordinato l'invio di mezzi - una motovedetta della Guardia costiera di Lampedusa è stata inviata sul posto e ha recuperato i migranti, parte dei quali già soccorsi dal peschereccio, tra cui anche i corpi privi di vita dei due bimbi, che sono stati trasportati alla camera mortuaria di Lampedusa, dove «non c’è una cella frigorifera - riferisce il sindaco Filippo Mannino - e ci sono già due salme che da due settimane aspettano il prelievo del Dna».
Il motopesca tunisino, intervenuto per primo in soccorso, prosegue la Guardia costiera, "ha riferito di un'esplosione avvenuta a bordo del barchino. I migranti soccorsi sono giunti a Lampedusa mentre, al momento, risulterebbe dispersa ancora una donna. Un aereo e una motovedetta della Guardia Costiera sono impegnati nelle operazioni di ricerca".
"E' un inferno. Sono sindaco da appena 100 giorni e ho già contato 5 morti" ha commentato il sindaco delle Pelagie, Filippo Mannino. "L'Europa deve fare immediatamente qualcosa, non è più possibile far morire la gente".
Alarm Phone: 32 alla deriva. Porto sicuro a Taranto per la Geo Barents
Intanto un nuovo sos arriva dal Mediterraneo centrale. Alarm Phone riferisce di essere in contatto con una barca in pericolo con 32 migranti a bordo. Il gruppo è partito dalla Libia, ma ha finito il carburante e sta andando alla deriva in acque internazionali: "Il vento e le onde stanno aumentando e temiamo per le loro vite".
Naviga invece verso il porto sicuro di Taranto la Geo Barents, nave di soccorso di Medici senza Frontiere, con 293 migranti a bordo di cui 146 minori. Nove giorni dopo il primo soccorso, ieri sera ha ricevuto l'assegnazione del porto sicuro e ha subito fatto rotta verso la città pugliese.
Nel Mediterraneo orientale la Guardia costiera greca ha messo in salvo questa mattina 80 migranti a bordo di una barca a vela la cui navigazione era stata resa difficile al maltempo al largo della costa sud del Peloponneso. Due motovedette della Guardia Costiera e tre imbarcazioni di passaggio si stavano dirigendo verso la zona, mentre la barca a vela veniva trainata da un rimorchiatore verso un porto vicino. Dall'inizio di ottobre, almeno 27 persone sono annegate in due distinti naufragi a largo delle coste delle isole greche di Lesbo e Citera.