Scambio di accuse, polemiche, urli. L'informativa alla Camera del premier Giuseppe Conte sul Meccanismo europeo di stabilità (Mes) stamattina ha riscaldato gli animi. Conte risponde punto su punto agli attacchi portati in questi giorni dall'opposizione sul Salva Stati europeo, accusando il leader della Lega - ma anche la presidente di Fratelli d'Italia - di dire bugie e minare la credibilità delle istituzioni. E dai banchi della destra si levano grida contro il capo dell'esecutivo, che il presidente della Camera Roberto Fico fatica a contenere.
Giuseppe Conte bolla come «comportamento fortemente irresponsabile» le accuse ricevute da Matteo Salvini. «Perché una falsa accusa di alto tradimento della Costituzione - sottolinea - è questione differente dall'accusa di avere commesso errori politici o di avere fatto cattive riforme: è un'accusa che non si limita solo a inquinare il dibattito pubblico e a disorientare i cittadini, è indice della forma più grave di spregiudicatezza perché, pur di lucrare un qualche effimero vantaggio, finisce per minare alle basi la credibilità delle istituzioni democratiche e la fiducia che i cittadini ripongono in esse».
Non basta. Conte accusa Salvini, ma anche Meloni, di propagare bufale: «Pur di attaccare la mia persona e il Governo non ci si è fatti scrupolo (e mi sono sorpreso, se posso dirlo, non della condotta del senatore Salvini, la cui "disinvoltura" a restituire la verità e la cui "resistenza" a studiare i dossier mi sono ben note, quanto del comportamento della deputata Meloni) di diffondere notizie allarmistiche, palesemente false, che hanno destato preoccupazione nei cittadini e, in particolare, nei risparmiatori».
Conte cita le fake news diffuse da Lega e Fdi: «È stato detto che sarebbe prevista la "confisca dei conti correnti dei risparmiatori" e, più in generale, che "tutti i nostri risparmi verrebbero posti a rischio"; è stato detto che il Mes servirebbe solo a beneficiare le banche altrui e non le nostre». «Piantala», «ora basta». Scattano le proteste dell'opposizione: «Vergognati», aggiunge qualcuno. Il presidente Fico è costretto a riportare la calma in aula.
Conte si ripresenterà in Parlamento l'11 dicembre, prima del prossimo Consiglio europeo: "Auspico che il Parlamento con la sua autorevolezza e in virtù della sua legittimazione democratica, contribuisca a portare in Europa la voce di un Paese forte e coeso, che si impegna a rafforzare le istituzioni europee secondo un piano che, nel rispetto del nostro interesse nazionale, conduca ad una architettura più robusta e una equilibrata condivisione dei rischi, che avrebbe quale effetto finale quello di ridurli per tutti".
Giorgia Meloni va all'attacco: "Lei ci ha fatto tutta la sua lezioncina sul rispetto del Parlamento e poi però la settimana scorsa il ministro Gualtieri ci ha detto che il Mes non è emendabile. Delle due l'una: o il Mes è modificabile o lei è un Presidente che ci riempie di menzogne". Per Matteo Salvini "sul Mes o ha mentito Gualtieri o ha mentito Conte o non ha capito Di Maio. Se qualcuno ha mentito, credo sia stato Conte perché Gualtieri non c'era. Conte si vergogni".
Per avvicinarsi alla richiesta dell'Italia, ci sarebbe un possibile punto di compromesso che i 19 ministri delle Finanze che si riuniranno mercoledì all'Eurogruppo: nessuna modifica al testo della riforma del Meccanismo europeo di stabilità già concordata a luglio, ma la possibilità di rinviare di uno o due mesi la firma del nuovo trattato.
"La firma del nuovo trattato Mes a dicembre non è necessaria e può avvenire uno o due mesi più tardi", ha riferito una fonte Ue coinvolta nei negoziati in vista della riunione dell'Eurogruppo. Allo stesso tempo, ha aggiunto la stessa fonte, i contenuti della riforma del trattato sul Meccanismo europeo di Stabilità sono "già stati concordati" ed è meglio "chiudere ora". "La riforma del Mes è già stata concordata e stiamo lavorando sulla legislazione sussidiaria - spiegano a Bruxelles - stiamo facendo buoni progressi".
Il testo del trattato concordato lo scorso giugno non è più oggetto di controversie, così come gli allegati relativi alle linee di credito e alle Clausole di azione collettiva "single limb". La principale decisione che dovranno prendere i ministri delle Finanze è se dare alla legislazione sussidiaria sulle Cacs valore giuridico più forte allegandola al nuovo trattato, oppure se far adottare gli allegati con una decisione del fondo Salva-Stati. La Francia spinge per la prima ipotesi, l'Italia è favorevole alla seconda.