«Con Matteo Salvini siamo alleati leali, nel centrodestra, e lavoriamo per obiettivi comuni, pur mantenendo punti di vista differenti su varie questioni...». Al telefono dalla Basilicata, dov’è impegnata nella campagna elettorale per le regionali, Giorgia Meloni si conferma una leader multitasking: reduce dalla cena-vertice chez Salvini di mercoledì, è concentrata sulla sfida lucana (insieme a Lega e Forza Italia, Fdi sostiene il candidato Vito Bardi), ma oggi presiederà l’assemblea nazionale del partito a Firenze. Nel frattempo, disegna scenari politici successivi alle Europee di maggio: «Io e Salvini lavoriamo per costruire nell’Europarlamento la stessa maggioranza, anche se in famiglie politiche diverse. Come Conservatori e riformisti europei, siamo l’anello di congiunzione di una maggioranza possibile che vada dai Popolari con Orban ai populisti di Salvini. Senza di noi, una tale maggioranza sarebbe impossibile da costruire».
Con quale proposta?
Abbiamo un modello diverso e alternativo di Europa da costruire.
Quale?Una confederazione di Stati liberi e sovrani che cooperino solo sulle grandi materie. Oggi, al contrario, l’Ue è unita solo nel misurare e pesare vongole e zucchine e resta divisa sulla politica estera o sulla difesa dei confini comuni.
Tornando ad Orban, pare che, nonostante la lettera di scuse, il Ppe lo mantenga sotto osservazione. Cosa ne pensa?
Se alla fine lui lasciasse il Ppe, sarei ben felice di accoglierlo nei Conservatori e riformisti (Ecr). Sarebbe per lui la vera "famiglia naturale" europea: fra noi la presenza più significativa è quella dei polacchi del PiS, anche loro nell’area "gruppo di Visegrad". Del resto, nelle ore in cui si discuteva di una possibile "epurazione" di Orban dal Ppe, lui andava a trovare il polacco Kaczynski.
E in Italia? Il centrodestra viaggia unito nelle alleanze locali e poi è diviso in Parlamento. Come resiste un’intesa del genere?
Dall’opposizione, come Fdi non condividiamo e anzi contrastiamo molti indirizzi di politica del governo, che Salvini è costretto ad accettare per via dell’intesa con M5s. Come gli assurdi rinvii sulla Tav, ad esempio, o l’ancora poco chiaro Memorandum per la "Via della Seta", sul quale abbiamo chiesto al governo di riferire con urgenza alle Camere, prima che il premier Conte lo firmi. Quando invece di tratta di scelte o materie compatibili con la linea del centrodestra, diamo il nostro sostegno.
Nel vertice di centrodestra dell’altro ieri cosa avete deciso?
Ci siamo visti informalmente per ribadire la volontà di camminare insieme anche nelle prossime elezioni amministrative.
Della candidatura alle regionali in Piemonte avete discusso? Resta in pole Forza Italia, o la Lega ha altre idee?
Capisco la curiosità, ma non è stato il tema della cena. C’è un’indicazione pregressa per una candidatura di Forza Italia e non ho notizie di segno diverso. Abbiamo invece parlato delle amministrative, per cercare candidati comuni. Le ultime tornate elettorali indicano come, nel centrodestra, ci siano due forze in crescita, noi e la Lega. Mi pare un’indicazione possibile per il futuro governo del Paese. E mi auguro che il trend sia confermato dagli italiani nelle urne europee, banco di prova importante per costruire uno scenario diverso in Europa, ma anche in Italia.
In caso di exploit alle Europee, Salvini staccherà la spina al governo?
Me lo chiedono sempre più spesso. Non faccio la veggente, ma lavoro per costruire un’alternativa. Il governo M5s-Lega andrà a casa quando sarà evidente che esiste un’opzione più credibile, quella di centrodestra. Con uno slogan: chi non vuole Di Maio al governo, voti Meloni. Anzi, al vicepremier di M5s vorrei dire una cosa: parteciperò al congresso mondiale delle famiglie di Verona. E respingo al mittente le farneticanti accuse, sue e di altri M5s, in merito ai partecipanti all’evento. Se i grillini si occupassero di varare vere misure pro famiglia, invece di negare il patrocinio all’iniziativa, farebbero figura migliore.