Bernhard Scholz davanti al manifesto del Meeting edizione 2021 - Fondazione Meeting
Presidente, la prima cosa che vien da dire dopo la parentesi del 2020 è che il Meeting è vivo e lotta insieme a noi…
Sì, il Meeting è più che mai vivo, forte anche dell’esperienza delle 120 piazze in Italia e nel mondo che l’anno scorso lo hanno reso presente nelle loro città – risponde Bernhard Scholz, Presidente della Fondazione Meeting dell’amicizia fra i popoli –. Oltre le 8.000 persone presenti dal vivo nel Palacongressi a Rimini con la massima sicurezza, abbiamo avuto più di 2,5 milioni accessi alle trasmissioni in streaming. Quest’anno torniamo in presenza in Fiera e saremo aperti a tutti. Più che di lotta parlerei di affermazione di una positività che cerca di realizzare, anche in momenti difficili, tutto il bene che le condizioni permettono. In questo senso anche il Meeting di quest’anno potrà essere un segno che anche situazioni avverse non hanno l’ultima parola su di noi. Lo diranno con commovente chiarezza tante testimonianze da tutto il mondo durante il Meeting stesso.
Il tema del Meeting è "Il coraggio di dire io", contro l’omologazione dilagante. Dica la verità: questo avrebbe potuto essere il tema del 1980 perché i ciellini hanno sempre avuto il pallino della soggettività, cristianamente declinata nel personalismo… o no?
Non penso che si tratti di un "pallino" ma di una seria preoccupazione che l’esistenza di ognuno non svanisca, non si disperda, che ogni persona possa scoprire la grandezza della propria vita, esprimere al meglio la propria soggettività unica ed irripetibile per il proprio bene e il bene di tutti e che possa in tutto questo seguire il profondo desiderio di un compimento infinito. Anche la fede cristiana, se non è veramente radicata nell’esperienza personale e viene semplicemente vissuta come una ritualità religiosa, un precetto morale o una appartenenza formale tende ad evaporare velocemente e, soprattutto, perde qualsiasi fascino. Certamente ogni titolo del Meeting è il tentativo di approfondire e di esplicitare con maggiore chiarezza un aspetto della vita che emerge come particolarmente decisivo nel momento storico che si sta attraversando.
Io, tu, relazione: in che termini possono aiutarci a uscire dalla grande ombra della pandemia?
La pandemia ha reso più evidente un’ombra sotto la quale vivevamo già prima: L’ombra dell’individualismo che si ritira da un impegno reale con l’altro, l’esasperazione di un soggettivismo che pensa di poter raggiungere il proprio bene a prescinder da qualsiasi riferimento oggettivo della realtà: dalle condizioni ecologiche ed economiche fino ai rapporti sociali e personali. Mi sembra quindi importante ricomprendere il valore della relazione come fattore decisivo per la maturazione della propria persona, soprattutto quando la relazione si evidenzia come sfidante e anche scomoda. Il "noi" che tutti chiedono come urgente superamento dei limiti dell’individualismo non nasce dai mille appelli che sentiamo tutti giorni, ma nasce da persone che hanno il coraggio di essere fedeli al proprio desiderio di bene nelle relazioni anche difficili, nelle condizioni sociali ed economiche anche complicate. Il coraggio non viene da una forza muscolare moralistica, ma dalla lealtà con sé stessi. E questa lealtà viene rafforzata e sostenuta dal rapporto con un tu che vuole il tuo bene. Nell’esperienza cristiana si rende presente come un tu con una T maiuscola, che si rivela come origine, centro e compimento della tua stessa vita. Chi viene al Meeting potrà partecipare a diversi incontri che affrontano questi temi, a partire dalle neuroscienze fino al rapporto fra la fede e la cultura contemporanea.
Mattarella e un nugolo di Ministri: CL di lotta ma soprattutto di governo?
Non di governo, ma nel dialogo con il governo, quest’anno come tutti gli anni. Credo sia importante cogliere l’opportunità di interloquire con i rappresentanti istituzionali che decidono le sorti dei piccoli e grandi cambiamenti che riguardano la vita educativa, culturale, sociale, economica del Paese. Siamo interessati a convegni nei quali i rappresentanti delle varie espressioni della società civile possano entrare in dialogo con chi detiene una responsabilità politica importante. E questo nel programma è più che evidente. Siamo molto grati che il Presidente Mattarella partecipi alla inaugurazione del Meeting. Per noi è un grande riconoscimento e al contempo una ulteriore invito a metterci al servizio di un futuro migliore del Paese e dei nostri figli. Il Presidente ha accompagnato l’Italia, uno dei paesi europei più martoriato dalla pandemia, con grande sensibilità e forza, sostenendo l’impegno straordinario di ognuno, ricordandoci che l’appartenenza dell’Italia alla Unione Europea è un bene sia per l’Europa che per l’Italia stessa.
Dopo il feeling con Draghi – nell’edizione 2020 – sulle urgenze della formazione, su cosa punterete i fari?
L’educazione, il futuro della scuola, della formazione professionale e delle università sono sicuramente temi centrali di questo Meeting. Anche il tema del lavoro e dell’introduzione dei giovani al mondo del lavoro sarà al centro di tante riflessioni. Nello specifico ci sarà un ciclo di incontri che ogni giorno affronterà un aspetto particolare del futuro del lavoro: la creazione di nuove occupazioni, l’acquisizione di nuove competenze e di nuove forme di collaborazione. Non può mancare questo anno la discussione sul Pnrr e ne parleremo nell’ottica del titolo vero del Recovery fond: Next Generation UE. Vogliamo discutere, anche in presenza del Commissario Gentiloni e del presidente del Parlamento Europeo Sassoli, su come questi investimenti ingenti possano diventare un reale incentivo per il futuro delle giovani generazioni. Cercheremo anche di mettere a tema la realizzazione effettiva di un piano così inedito, così ambizioso e così necessario. Parteciperà anche il Ministro degli Esteri Luigi Di Maio per parlare del nuovo multilateralismo, un tema più che decisivo per superare i tanti conflitti che riempiono le prime pagine dei giornali e di quelli poco conosciti ma non meno violenti e dolorosi.
Cosa pensa del Pd di Enrico Letta?
Come tutti i partiti dell’area socialista e socialdemocratica a livello europeo anche il Pd sta attraversando un momento di importante confronto sulle relazioni fra diritti individuali e il diritto comune, fra iniziativa privata ed equità sociale, fra la dignità del lavoro e i nuovi contesti economici, la transizione ecologica e digitale. In parte sono anche temi nell’agenda di altri partiti. Di fronte ai velocissimi e profondi cambiamenti che stiamo vivendo non esistono delle risposte né facili né di vecchio stampo. Quindi ben venga che i partiti si pongono le domande decisive per il nostro futuro e spero che possano presentare non troppo tardi programmi interessanti e utili, superando un certo pragmatismo, utile in certi momenti, ma non di valore duraturo.
Esiste un dialogo con il M5s?
Quest’anno sarà presente al Meeting Giuseppe Conte. Come l’anno scorso ci sarà un incontro in collaborazione con l’intergruppo parlamentare per la sussidiarietà che prevede la partecipazione di tutti responsabili ultimi dei partiti rappresentati in Parlamento per un confronto sul futuro dei partiti. La democrazia ha bisogno che tutte le forze culturali e politiche che hanno una certa incidenza siano rappresentate attraverso dei partiti e che, viceversa, anche i partiti siano radicati nella popolazione con la più ampia partecipazione possibile. Soprattutto questo ultimo aspetto è venuto meno in questi anni e di questo vogliamo parlare a Rimini.
Le piace questo Salvini governativo?
Quando un governo si basa su una coalizione così ampia come il Governo Draghi è quasi naturale, soprattutto di fronte ad imminenti elezioni, che i capi dei partiti cerchino di far emergere punti che li differenziano dagli altri. È più che auspicabile che questo avvenga senza strappi che mettano a repentaglio la tenuta di un governo che detiene una responsabilità di fronte a delle urgenze ed emergenze di dimensioni storiche.