I giovani sono chiamati ad essere “costruttori del futuro” a partire dalla scuola, che è il luogo dove si acquisiscono “gli strumenti” per iniziare ad agire. Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha partecipato all’inaugurazione ufficiale dell’anno scolastico, a Pizzo Calabro, e si è rivolto a una platea di decine di studenti emozionati. Un inizio di scuola che ha definito “speciale” dopo il buio della pandemia.
IL TESTO DEL DISCORSO DI MATTARELLA
"Quando è comparso il virus, la scuola è stata la prima a dover chiudere le sue porte. Ora, grazie alle vaccinazioni e alle nuove misure di precauzione questo non deve più accadere", ha detto Mattarella, “la scuola non è un capitolo accessorio, bensì è assolutamente centrale in un Piano di ripartenza. Le conoscenze e la cultura delle giovani generazioni costituiscono il volano migliore per il domani di tutti noi". Gli investimenti sulla scuola sono quelli "più intelligenti”. L'ambiente scolastico è anche "irrinunciabile presidio di integrazione e di coesione", fondamentale per l'unità del Paese: "Insegna a essere italiani".
“Il mondo della scuola si è rivelato un potente antivirus” ha sottolineato Mattarella facendo riferimento al 93% di personale scolastico vaccinato, ma soprattutto ai tantissimi giovani che con senso di responsabilità hanno aderito alla campagna vaccinale. “Non di rado in famiglia sono stati proprio i giovani a spiegare le buone ragioni dell'immunizzazione, a rompere gli indugi e a fare per primi il vaccino, anche quando i genitori tentennavano. Volevano uscire da casa i ragazzi, tornare con gli amici e così hanno aiutato tutta la società”. Sono loro ad indicare “da che parte sta il desiderio di libertà, di vivere la propria vita con gli altri, rispettandoli”.
Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella durante la giornata di inaugurazione dell'anno scolastico, a Pizzo Calabro - Francesco-AMMENDOLA (Ansa)
Allargando lo sguardo al Next generation Ue, Mattarella ha richiamato la politica: "Sentiamo dire spesso che la crisi che abbiamo vissuto sollecita cambiamento: diverrebbe un'espressione retorica, un'astrazione se non si affermassero impegni concreti, progetti adeguati, assunzioni di responsabilità". Durante la pandemia una cosa è emersa chiaramente: "Ci sono momenti in cui si avverte di trovarsi davanti a un bivio, nella necessità non solo di scegliere la strada giusta, ma anche di cambiare passo. Di andare più veloci". Lo ha fatto l'Europa, lo ha fatto il nostro Paese, lo hanno fatto i giovani. "Guardare l'esuberanza dei nostri ragazzi, specchiarsi nella loro speranza trasmette coraggio agli insegnanti, alle famiglie, a tutti noi”.