Riforma della legge elettorale con la necessità di avere due sistemi omogenei di voto tra Camera e Senato per andare a votare, ma anche lavoro, crescita e sicurezza. Sono questi i punti chiave del discorso di fine anno del presidente Sergio Mattarella.
Non vi è dubbio che, in alcuni momenti particolari, la parola agli elettori costituisca la strada maestra. Ma chiamare gli elettori al voto anticipato è una scelta molto seria. Occorre che vi siano regole elettorali chiare e adeguate perché gli elettori possano esprimere, con efficacia, la loro volontà e questa trovi realmente applicazione nel Parlamento che si elegge. Queste regole, oggi, non ci sono: al momento esiste, per la Camera, una legge fortemente maggioritaria e, per il Senato, una legge del tutto proporzionale. L’esigenza di approvare una nuova legislazione elettorale mi è stata, del resto, sottolineata, durante le consultazioni, da tutti i partiti e i movimenti presenti in Parlamento.
Ma "il problema numero uno del Paese resta il lavoro". Mattarella, indica chiaramente l'emergenza occupazione, soprattutto giovanile, come primo punto dell'agenda politica 2017. Quindi ribadisce il suo impegno contro "un altro insidioso nemico della convivenza", quello "dell'odio come strumento della lotta politica", che assieme alla violenza verbale "si propagano nella società, intossicandola".
Parla della rete come "grande rivoluzione democratica", ma avverte che va difesa da chi "vorrebbe trasformarla in un ring permanente". Chiede di "sradicare il femminicidio, un fenomeno insopportabile", quindi definisce "ingiusta e inaccettabile l'equazione immigrato uguale terrorista", lodando gli sforzi delle Forze dell'Ordine contro "i predicatori di morte".
Sempre sul tema dei migranti e della gestione dei profughi, Mattarella chiede all'Unione europea gesti di "concreta solidarietà", esortando l'Europa a non essere semplicemente "il prodotto di alcuni Trattati". Sul tema della durata della legislatura ribadisce che andare al voto "è la strada maestra", tuttavia insiste che servono "regole elettorali chiare perché gli elettori si possano esprimere".
Da simbolo del'unità nazionale, racconta di "aver incontrato tanti luoghi, tanti uomini e donne" e aver "ascoltato le loro speranze e le loro esigenze". Aggiunge di aver condiviso "sofferenze e gioie" e il suo auspicio è che l'Italia, "piena di energie positive",
che è "comunità di vita, lo divenga sempre più". Ma definisce "un errore sottovalutare le ansie diffuse nella società".
Da Presidente e quindi garante di quella Repubblica che, come sancisce la Carta, è "fondata sul lavoro", Mattarella si rivolge direttamente ai giovani italiani, osservando che per loro il lavoro è "spesso ancora più insufficiente, sottopagato e precario" rispetto agli adulti. Il Presidente cita anche quei ragazzi italiani ("meritano sostegno e rispetto"), che varcano le frontiere per cercare un futuro migliore. Chiarisce che questa deve essere "sempre una scelta libera", altrimenti, se si sceglie di partire perchè costretti, per mancanza di occasioni, allora "è una patologia, cui bisogna porre rimedio".
Nessun cenno al Jobs Act o al referendum della Cgil che vorrebbe cancellarlo, tuttavia Mattarella osserva che "nonostante l'aumento degli occupati", resta un problema salariale. "Non potremo sentirci appagati - ammonisce - finché il lavoro, con la sua giusta retribuzione, non consentirà a tutti di sentirsi pienamente cittadini".
Un messaggio denso e pieno di contenuti che riceve il pieno apprezzamento dal premier Gentiloni che lo definisce "un punto di riferimento per l'azione del governo nel 2017". "Ci invita a partire dalla condivisione di valori", commenta il Presidente del Senato, Pietro Grasso. "Discorso di verità all'Italia e alla politica", è il giudizio della Presidente della Camera, Laura Boldrini.
Lodi anche dal sindacato. "Speriamo che tutta la classe dirigente del Paese, a cominciare dalla politica, raccolga il suo appello", dichiara la leader della Cisl, Annamaria Furlan. "Discorso di uomo saggio e da statista", sintetizza Carmelo Barbagallo (Uil).