giovedì 24 settembre 2020
Domenica 11 ottobre: il Covid-19 non ferma l'appuntamento di ong, terzo settore, sindacati. «Non lasciamoci dominare dalla paura: una manifestazione sicura per dar voce a chi vive nell'insicurezza»
Catena umana di 25 km da Perugia ad Assisi per la fraternità

Da quel 24 settembre 1961, quando Aldo Capitini organizzò la prima Marcia della Pace sventolando la bandiera arcobaleno dai sette colori, il mondo è cambiato radicalmente. Quello che è rimasto pressoché uguale è lo squilibrio tra paesi sviluppati e non, tra regioni pacificate e aree dominate dalla guerra e dalla violenza, tra popoli che hanno accesso ai diritti fondamentali e chi non ha nemmeno da mangiare. Per questo c'è ancora bisogno di impegnarsi per la pace, ribadiscono le tante organizzazioni della società civile che anche quest'anno - domenica 11 ottobre - daranno vita alla più importante manifestazione italiana «per la pace e la fraternità».

Nonostante la pandemia da Coronavirus. Che semmai ha sottolineato ancora una volta che c'è chi ha accesso alle cure e ai sistemi di prevenzione e chi no. Per garantire la sicurezza dell'evento però il Comitato promotore ha trasformato la tradizionale marcia biennale da Perugia ad Assisi in una catena umana - in forma statica e rispettosa delle norme anti Covid-19 - lunga 25 km tra le due città. Tutti i partecipanti indosseranno i dispositivi di protezione individuale e manterranno la distanza di almeno due metri gli uni dagli altri, annodando ciascuno un tratto di corda a quello dei vicini.

«È un momento difficile ma il Covid-19 non può e non deve fermare l'impegno per la pace», dicono i promotori. «Lo faremo anche per don Roberto Malgesini, ucciso a Como - dichiara il coordinatore del comitato promotore Flavio Lotti - per dire che dobbiamo fare come lui: prenderci cura degli altri, degli ultimi, dei più fragili».

«L’idea di convertire la marcia in una catena umana - spiega padre Mauro Gambetti, Custode del Sacro Convento di San Francesco d’Assisi - è una metafora di quello che oggi ci è richiesto nella società: mettere in moto una resilienza che non ceda allo sconforto, alla tentazione di richiudersi, di mollare e che continui a perseguire obiettivi che sono alti e importanti. Sono molto contento anche perché la Catena Umana della pace e della fraternità, seppur pensata da tempo, si iscrive nell’orizzonte che Papa Francesco ci indicherà con l’Enciclica “Fratelli tutti”. O prenderemo la direzione di un nuovo sviluppo oppure il mondo cadrà nella barbarie sociale». La manifestazione sarà preceduta dal meeting «Time for peace - Time to care» che si terrà a Perugia (e in altre cità italiane) il 9 e 10 ottobre.

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI