Pianello di Ostra - Ansa
Sono 10 al momento le vittime dell'ondata di maltempo che ha colpito la scorsa notte il Senigalliese, nel nord delle Marche. Il dato è stato reso noto dalla Prefettura di Ancona. Tutte le 10 vittime sono state identificate. Ci sono poi ancora 3 dispersi, tra cui un bambino di 8 anni e un'altra minorenne. I feriti sono circa 50.
Almeno cinque vittime solo nel comune di Ostra.
É questo il bilancio del violentissimo nubifragio che ha colpito le Marche, oltre 400 millimetri d'acqua in poche ore. "Ci sono centinaia di sfollati" ha detto il prefetto di Ancona Darco Pellos. Sono 180 i vigili del fuoco al lavoro: salvate nella notte decine di persone rifugiatesi sui tetti e sugli alberi, più di 150 gli interventi effettuati. Intervenuto anche un elicottero militare, che ha tratto in salvo un agricoltore rimasto isolato. Il Comune di Ostra ha allestito 100 posti letto per accogliere gli sfollati. Frane e allagamenti anche nell'alta Umbria.
Il presidente della regione Marche, Francesco Acquaroli, ha proclamato due giornate di lutto regionale.
Le zone più colpite sono il Senigalliese, in provincia di Ancona, e l'alto Pesarese, al confine con l'Umbria. Le vittime abitavano tutte nei territori attraversati dal fiume Misa, che è esondato in più punti: almeno quattro morti a Ostra (tre dei quali sarebbero stati travolti nel tentativo di salvare le auto parcheggiate nei garage); a Trecastelli una donna di 72 anni è stata trovata morta in un seminterrato; un uomo è stato trovato senza vita a Barbara. A Bettolelle, una frazione del comune di Senigallia, in mattinata i vigili del fuoco hanno recuperato il corpo di un uomo che è stato travolto dall'acqua mentre era a bordo della sua auto. Quattro i dispersi, tra cui tre minorenni.
A Roma, il Consiglio dei ministri ha deliberato lo stato di emergenza per la Regione. Il presidente del Consiglio Mario Draghi, che ha espresso la vicinanza del Governo alle famiglie colpite dall'emergenza, ha visitato Pianello di Ostra nel pomeriggio. "Faremo tutto il possibile, tutto quello che è necessario. Vi abbracciamo tutti e vi siamo vicini, contate su di noi", ha dichiarato. "Certo che c'è un problema idrogeologico". Già stanziati 5 milioni di euro per i primi interventi.
Intanto, la Procura di Ancona ha aperto un fascicolo per omicidio colposo e inondazione colposa, al momento a carico di ignoti, sull'alluvione che ha colpito la provincia.
Auto travolte dalla bomba d'acqua a Cantiano - Ansa
Momenti di terrore
Sgomento tra la popolazione che, in poche ore ha visto scatenarsi l'inferno. A Barbara un bambino di 8 anni e la madre erano nell'auto bloccata dall'acqua. Secondo quanto ricostruito dai soccorritori, la donna sarebbe riuscita a lasciare l'auto con il bambino in braccio ma sarebbe poi stata nuovamente travolta. I vigili del fuoco l'hanno soccorsa e salvata nella notte ma del bambino non c'è traccia. Sempre a Barbara disperse una madre di 56 anni e la figlia 17enne, travolte dalla furia dell'acqua intorno alle 21 mentre stavano cercando di lasciare l'abitazione a bordo di due auto. Il fratello Simone, di 21 anni, trascinato dalla corrente del Nevola, si è salvato attaccandosi a un ramo di una grossa pianta per 2 ore. La madre e la sorella sono state trascinate via: "L'acqua me le ha portate via davanti agli occhi', ha detto il giovane visibilmente scosso.
"Che Dio ci aiuti" ha scritto sui social il sindaco di Barbara, Riccardo Pasqualini. La situazione, aggiunge, "sia lato Castelleone sia lato Serra de Conti, è veramente drammatica e tragica. Invito, se non assolutamente urgente e necessario, di non uscire e di non utilizzare la macchina, è troppo pericoloso e a rischio vita".
Stamani il fiume Misa in piena ha rotto le balaustre in pietra del ponte Garibaldi nel centro storico di Senigallia: detriti, rami e fango ovunque, cantine e negozi allagati. "Abito vicino al fiume ma mai era accaduta una cosa del genere - racconta all'Ansa Roberta Sabbatini, titolare di una sanitaria. Ho il negozio sommerso da un metro e mezzo d'acqua. Tutte le attrezzature sono danneggiate. Non so quando si potrà tornare alla normalità".
In ginocchio molte attività produttive della zona. "Dentro il capannone le cisterne giravano nell'acqua come in un vortice, fuori, all'improvviso, un metro e mezzo d'acqua. È stato uno tsunami: se non la vivi di persona neanche nei film riesci a concepire una cosa simile". Questa la testimonianza del figlio del titolare di un molino di Barbara che produce farine, presente nell'impianto quando il fiume Nevola ha inondato tutta la zona. "Il capannone è completamente allagato - racconta all'Ansa - speriamo di riuscire a ripartire il prima possibile".
Attivata la macchina dei soccorsi
Il capo della Protezione Civile Fabrizio Curcio è andato nelle Marche. "Ci sono stati momenti di terrore, con quantitativi di acqua veramente straordinari. È piovuto in qualche ora un terzo di quello che normalmente piove in queste zone in un anno, e in alcune zone ha piovuto il doppio di quello che piove in estate. È stato un quantitativo di acqua che si è riversato sui territori in maniera repentina portando scompiglio e morte". Nei prossimi giorni "è atteso un peggioramento meteo, ma siamo al lavoro per essere pronti". Per la giornata di domani sarà emanata una nuova allerta meteo.
Due anziane soccorse nella notte dai Vigili del Fuoco - Vigili del Fuoco / Reuters
Intanto monta la polemica sul mancato allarme, con i sindaci che dichiarano di non essere stati allertati. "Ora dobbiamo concentrarci sulle cose da fare adesso e aiutare gli sfollati - ha dichiarato il presidente del dipartimento della Protezione civile Curcio - Il tema dell'allertamento sarà da approfondire, ma è un dato di fatto che l'evento è stato molto maggiore di quello che era stato inizialmente previsto".
L'ondata di maltempo che ha colpito le Marche "non era prevista a questi livelli, non avevamo livelli di allarme. E l'esondazione del Misa, in particolare, è stata repentina e improvvisa", spiega l'assessore regionale alla Protezione civile Stefano Aguzzi. In alcune località, "non c'è stato tempo di intervenire, ci sono persone che magari erano in strada o sono uscite non rendendosi conto del pericolo".
Pianello di Ostra - Ansa
Intanto, gli abitanti dei territori colpiti sono entrati in azione per liberare strade e case dai detriti. C'è chi è andato in soccorso di un amico, alle porte di Ostra, anche in bici, così da non rimanere bloccato dalle interdizioni alla viabilità stradale decise dalle forze di polizia. Adulti e giovani da ore stanno spalando fango e stanno rimuovendo rami e altri detriti che hanno travolto abitazioni e negozi.
Persone puliscono le strade piene di fango a Cantiano - Reuters
Chiese danneggiate a Cantiano
A Cantiano, centro della provincia di Pesaro e Urbino, le chiese, dopo il violento alluvione, sono ridotte a un ammasso di fango e detriti. Il parroco, don Marco Cardoni, coordina lo sgombero per cercare di "salvare il salvabile". L'acqua, racconta all'Adnkronos, è arrivata persino nella chiesa di San Nicola "nonostante la scalinata di un metro e mezzo". La chiesa principale è piena di fango e acqua. "La piazza è devastata. L'unica chiesa che si è salvata è San Agostino: stiamo portando fuori le panche, per il resto è un disastro", racconta il parroco.
I vescovi delle Marche esprimono "particolare vicinanza ed attenzione alle famiglie delle vittime e a quanti sono stati colpiti dalla catastrofe che ha ferito il nostro territorio". Fin dalle primissime ore della mattina, spiega il vescovo di Macerata-Tolentino-Recanati-Cingoli-Treia, Nazzareno Marconi, presidente della Conferenza episcopale Marche, "i vescovi marchigiani sono stati in contatto monitorando le varie situazioni". "Esprimono altresì - aggiunge - particolare vicinanza a monsignor Franco Manenti, vescovo di Senigallia, diocesi fortemente colpita. Qui la Caritas diocesana e tutta la comunità ecclesiale sono già all'opera per accogliere gli sfollati ed essere vicini ai bisogni e alle necessità della popolazione". "Invitiamo tutti a restare uniti nella preghiera e nell'attenzione alle necessità dei nostri fratelli che saranno rilevate e comunicate dalla Caritas regionale", dice il presidente dei vescovi marchigiani.
A Senigallia si iniziano a contare i danni. "La situazione è desolante", dice all'Adnkronos il vescovo Francesco Manenti che tiene il filo diretto con i parroci del territorio per capire quali siano le maggiori criticità. "É il momento di stringersi attorno a chi ha perso i propri cari e rimboccarsi le maniche", ha dichiarato, ricordando che anche nel 2014 il territorio fu colpito da un alluvione. "Questa è stata ancora più violenta. È arrivata all'improvviso, violentissima. La situazione più problematica è nei paesi dell'entroterra". Il presule vuole evidenziare la catena di solidarietà che si è attivata da subito: "A partire dalla Protezione civile e dalla Caritas, c'è grande solidarietà e la catena di aiuti è subito entrata in azione". In un ex seminario, struttura diocesana, si stanno accogliendo un centinaio di sfollati. "Ora bisogna stringersi attorno a chi ha perso i propri cari e rimboccarsi le maniche per restituire dignità a tutto il territorio".
il presidente della Cri, Francesco Rocca: "La nostra vicinanza e solidarietà alle popolazioni colpite dal maltempo nelle Marche. Croce Rossa Italiana sia a livello locale che nazionale è operativa nei soccorsi e nell'assistenza".