Con un primo robusto colpo di scure la commissione Bilancio della Camera ha quasi dimezzato gli emendamenti presentati alla legge Stabilità. Non hanno superato il vaglio dell’ammissibilità 1.600 proposte sul totale di oltre 3.500. A cadere (almeno per ora) anche l’emendamento presentato dal Pd per ridurre la tassazione sugli anticipi del Tfr, stoppato per assenza di copertura. No anche al nuovo tentativo di Ncd e Pd di stanziare 100 milioni per i lavori socialmente utili di Napoli e Palermo, bloccato per estraneità di materia. Intanto l’Unione petrolifera lancia l’allarme sul possibile aumento della benzina nel caso dovesse scattare l’innalzamento delle accise previsto come clausola di salvaguardia con l’introduzione della
reverse charge sull’Iva: se la Ue non dovesse approvare il nuovo meccanismo fiscale, nel solo 2015 le imposte sui carburanti aumenterebbero di quasi 8 cent al litro. Sul tavolo della commissione Bilancio restano circa 1.950 emendamenti che domani saranno ulteriormente scremati da ciascun gruppo. L’obiettivo è quello di arrivare a lavorare su 500-600 proposte sui temi più sensibili. Restano in primo piano il calcolo dei minimi per le partite Iva, gli sgravi per i neoassunti, il rafforzamento del bonus bebè per le famiglie meno abbienti. Anche l’aumento di tassazione su fondi pensione e anticipi Tfr potrebbe essere rivisto se si troveranno le coperture. Al vaglio poi i tagli agli enti locali sui quali ieri c’è stato un nuovo incontro tra il sottosegretario Graziano Delrio e il vertice Anci, guidato dal presidente Piero Fassino: «Il clima è costruttivo e il confronto continua», ha detto il sindaco di Torino. Sul tavolo anche la cosiddetta
local tax annunciata dal premier Renzi ma ancora in bilico. I tecnici sono al lavoro, ma non è detto che si riesca a inserirla nella manovra. Il ddl Stabilità prevede poi – come accennato – l’aumento delle accise sulla benzina nel caso del mancato via libera di Bruxelles all’estensione del meccanismo del
reverse charge (l’inversione contabile dell’Iva, che punta a ridurre l’evasione fiscale dell’imposta) ai settori delle costruzioni, pulizia, certificati contabili e gas. Misura estesa ora con un emendamento del governo anche alla grande distribuzione commerciale e ai discount a seguito dell’accordo con a Ue su un maggior taglio del defict. Un passaggio che dovrebbe portare dal 2015 alle casse dell’Erario un maggior gettito Iva di 728 milioni (si passa dai 988 milioni inizialmente previsti a 1,7 miliardi di euro). Le norme sono subordinate al rilascio di una deroga da parte della Ue, senza la quale scatta entro il 30 giugno l’innalzamento delle aliquote dell’accisa su benzina e carburanti. Aumento che si sommerebbe ai 670 milioni già previsti dal decreto Irpef della scorsa primavera. Intanto oggi la Cgil riunisce il comitato direttivo di corso d’Italia per decidere sullo sciopero generale contro manovra e Jobs Act. L’ipotesi è che lo stop venga fissato per la seconda settimana di dicembre.