"L'Europa deve scegliere: o
abbandonare la strada dell'austerity e degli zerovirgola e
stare con l'Italia, oppure continuare a chinare la testa verso i
paesi come l'Ungheria che ignorano le regole sui migranti". Ed in
questo caso, rischiare la fine su un dossier che ha impatto
diretto sui cittadini. Mentre
la Commissione si prepara ad
inviare all'Italia e altri 5-6 paesi le lettere con le richieste
di chiarimento sulle bozze di bilancio prima del giudizio atteso
per fine mese, Matteo Renzi e Pier Carlo Padoan hanno lanciato
un messaggio politico inequivocabile.
Bruxelles è intenzionata ad un sostanziale ok sulle spese per i
migranti e la ricostruzione post-terremoto, mentre avrebbe dubbi
sulle troppe una tantum ed il piano nazionale di salvaguardia
anti-sismica.
"Non è importante, non è decisivo, lo 0,1% o questa legge di
bilancio" ha detto il premier ospite di "In Mezzora" su RaiTre,
minimizzando sulle lettere in arrivo ("sono fisiologiche").
"L'elemento di discussione con l'Ue è il bilancio europeo dei
prossimi anni, noi siamo impegnati in una battaglia storica
perché il bilancio Ue tenga insieme diritti e doveri", ha
aggiunto, ribadendo la linea annunciata giovedì agli
europarlamentari del Pd e sostenuta dopo il vertice europeo:
l'Italia, guida del fronte progressista europeo, è impegnata per
un profondo cambio di direzione dell'Europa.
In attesa delle lettere che oggi partiranno per l'Italia ed
altri paesi, tra cui Belgio, Spagna, Portogallo, Estonia e forse
Francia e/o Olanda, il premier sposta il dibattito sul piano
politico.
Renzi
aveva argomentato che l'Italia non si aspetta una bocciatura,
semmai
procedure di infrazione per chi non rispetta le norme sui
migranti. Ed aveva anticipato che nella battaglia per il futuro
bilancio europeo 2019-2026, l'Italia non sarà disposta a
continuare a dare soldi ("ogni anno versiamo 20 miliardi e ne
riprendiamo 12") che vanno a favore dei paesi dell'est se questi
continueranno a rifiutare la solidarietà per la distribuzione
dei migranti. Ed aveva anche sottolineato che per uscire dalla
crisi "il modello americano di Obama ha funzionato, quello
dell'austerity europea no".
Un livello di confronto "alto", quello impostato dall'Italia
con Bruxelles, che ufficialmente non commenta le parole di Renzi
né quelle di Padoan. Nella Commissione nessuno vuole creare
problemi all'Italia in vista del referendum, ma c'è un gruppo di
falchi che continua a considerare
le regole del fiscal compact
("votato da Monti, Berlusconi, Bersani", ha ricordato Renzi
ribadendo che intende "metterlo in discussione") più importanti
di qualsiasi ragionamento politico.
Fonti europee già nei giorni scorsi hanno riferito della
"
sorpresa" con cui ai piani alti della Commissione è stata
accolta la bozza della manovra, dopo che alla fine di settembre
era stato raggiunto un accordo sul tetto del 2,2% di deficit
nominale, salito a 2,3% nella proposta poi effettivamente
presentata. E sono trapelate le riserve sull'andamento del
deficit strutturale. La Commissione sarebbe disposta ad approvare le cifre presentate dall'Italia per l'emergenza migranti e per la
ricostruzione post-terremoto in Italia centrale. Nella lettera
di chiarimento i dubbi sollevati
sarebbero invece essenzialmente due: sul fronte delle nuove
entrate si rileva che non sono strutturali ma legate a troppe
'una tantum', mentre su quello delle uscite ci sono dubbi sul
piano nazionale di salvaguardia anti-sismica. Difficile
considerarlo come frutto di una circostanza eccezionale, in un
paese altamente sismico come l'Italia. Intanto, non sembra ancora aver assunto una forma
definitiva il testo della
legge di bilancio, attesa in
Parlamento il 20 ottobre, ma non ancora approdata in
Commissione. "Siamo assolutamente in regola. C'è un termine, il
20 ottobre, che non è perentorio", si è giustificato
Renzi,
assicurando che
il governo presenterà la legge in settimana.