Manfredi - Ansa
Vittoria netta al primo turno di Gaetano Manfredi. Attesa sì, ma ben oltre le aspettative. L'ex rettore della Federico II e ingegnere/professore, quindi, stravince il duello con il pm anticamorra in aspettativa Catello Maresca. E offre a Pd-M5s la possibilità di cimentarsi insieme nel governo della "capitale del Sud".
È questo il risultato finale delle amministrative di Napoli: la coalizione a guida Pd-M5S è andata quasi al 63%, davanti al candidato del centrodestra Catello Maresca, inchiodato al 21,8%. A Maresca è mancato il contributo della Lega, la cui lista è stata esclusa. E il contributo di Fdi e Fi risulta molto limitato, intorno al 5-6% a lista.
Delude anche l'ex sindaco del "Rinascimento napoletano" Antonio Bassolino, stabilizzatosi all'8,1%. Crolla completamente Alessandra Clemente, la delfina del sindaco uscente Luigi De Magistris, la cui coalizione civica si ferma al 5,6%.
Gaetano Manfredi, una vita dietro la cattedra universitaria di Ingegneria, è emerso sulle scene nazionali quando Giuseppe Conte, per il suo secondo governo, l'ha chiamato come ministro dell'Università. Vince dopo una campagna elettorale in cui ha dimostrato una calma olimpica, evitando ogni scontro e polemica con Maresca. Dall'accusa di "juventinità", gravissima a Napoli, sino all'accusa di subalternità a De Luca e a Conte.
Il suo risultato oltre le previsioni però sembra riequilbrare anche il peso dei partiti che lo hanno sostenuto e dovrebbe dargli la forza per una Giunta che non risenta troppo degli equilibri partitici. Chiaro che il secondo dato più interessante della competizione elettorale napoletana, che si capirà solo col passare delle ore, sarà l'ordine di arrivo tra Pd, M5s e la stessa lista-Manfredi.