Da sinistra Caracciolo, Diaco, Del Rio, Moual, Marazziti e il cardinale Zuppi
Mentre Bologna attende col fiato sospeso di sapere se Patrick Zaki potrà tornare per discutere la tesi di Master all’Alma Mater, la città si interroga sul nostro sistema migratorio grazie alla presentazione del libro del giornalista ed ex Deputato Mario Marazziti: “La grande occasione. Viaggio nell'Europa che non ha paura”. E proprio dalla città universitaria per antonomasia il Cardinale Matteo Maria Zuppi rilancia l’idea della creazione di “corridoi universitari” accanto a quelli umanitari.
Ospite del Consigliere comunale Filippo Diaco, che ha ricordato da un lato le radici cristiane dell’Europa, dall’altro il ruolo determinante del Terzo Settore non solo nell’accoglienza, ma anche nello scongiurare la “paura dell’invasione”, il Presidente della Cei ha ribadito che “senza accoglienza non c’è futuro”. Questa è l’antidoto all’invecchiamento anagrafico del nostro continente, un’occasione prima di tutto per noi Europei, che va colta, perché “non si torna indietro”, dice Zuppi. E il primo antidoto a quell’immigrazione che “fa paura” sono proprio i corridoi umanitari: “esperienze di legalità che sono il primo antidoto all’illegalità”, li definisce. “Negare l’inclusione all’altro è solo un meccanismo indiretto per la creazione dell’illegalità, perché ignorando la presenza di queste comunità si dà luogo ad azioni estreme. Invece, dando una nuova occasione a chi arriva da fuori, facendoli diventare cittadini, diamo nuove opportunità anche a noi stessi”. Il Cardinale conclude con un monito molto forte: “la morte delle persone in mare costituisce il vero e proprio tradimento da parte dell’Europa nei confronti dei migranti”. Difficile non pensare ai gravi fatti degli ultimi giorni; ma proprio da un terribile naufragio, quello di Lampedusa del 2013, che costò la vita a circa 400 persone, la Comunità di Sant’Egidio ha trovato la forza e l’ispirazione per ideare i “corridoi umanitari”, tuttora il modo più sicuro per arrivare in Europa da parte di profughi in condizione di particolare fragilità. Come ricorda Marazziti, che nel suo libro dà nome, volto e voce a queste persone, “l’anima dell’Europa” è composta di cittadini normali, che non hanno paura, che accolgono, consapevoli che non farlo segna inevitabilmente il declino della nostra civiltà. In Europa, insomma, “c’è ancora l’uomo”: l’Onorevole Graziano Delrio ne è fermamente convinto. Lo Stato che non include crea “nemici” e anche Delrio ricorda come il Terzo Settore sia parte fondamentale dell’accoglienza. Ma i numeri li dà, in chiusura, la giornalista di origine marocchina Karima Moual: per lei stessa, per la sua famiglia, l’Europa è stata “la grande occasione” e, a suo avviso, dovremmo sentirci onorati di essere ancora il sogno di vita di qualcuno. La verità è che l’80% dei profughi non sogna l’Europa, ma si ferma nei Paesi vicini al loro. Siamo quindi ben lontani dall’essere soffocati da un’invasione: siamo purtroppo prossimi, però, a una “fine naturale”, data dal rigido inverno demografico in cui siamo immersi.