"Non abbiamo più tempo, dobbiamo agire subito". È questo il monito che il premier, Enrico Letta, ha rivolto oggi introducendo i lavori del vertice tra Italia, Francia, Germania e Spagna in corso a Palazzo Chigi. "Occorre intervenire subito per contrastare la disoccupazione e in particolare quella giovanile", ha detto Letta, secondo quanto riferito da fonti governative.
Al prossimo vertice europeo, ha affermato ancora il presidente del Consiglio, "non ci accontenteremo di parole e dichiarazioni" perché "questo è il problema dell'Europa di oggi" che ha "reso più lontane le istituzioni" dai cittadini.
Creare lavoro, soprattutto per i giovani, per tornare a crescere. Questa l'emergenza di un'Europa alle prese con una crisi che non accenna a finire e che riunirà a Roma i ministri del Lavoro e dell'Economia di Italia, Germania, Francia e Spagna. Un vertice che il premier Enrico Letta ha fortemente voluto, cui l'Italia si presenta con il cantiere ancora aperto del 'pacchetto lavoro-giovani' del ministro Giovannini; un cantiere che il titolare del Lavoro ha promesso di chiudere entro la fine del mese e che ha assicurato sarà "un segnale forte". Gli ultimi segnali parlano di incentivi per le aziende che assumono giovani a tempo indeterminato, una revisione attenta delle riforma Fornero con un'ulteriore semplificazione dell'istituto dell'apprendistato. "Sappiamo di dover aiutare le imprese ad utilizzare tutti gli strumenti, dal lavoro a termine all'apprendistato, ma occorre anche - ha spiegato nei giorni scorsi il ministro - incentivare allungamenti della vita lavorativa, perché la risposta alla crisi non può essere fatta solo di contratti a brevissimo termine".
Sullo sfondo poi un obiettivo ambizioso per le risorse che comporterebbe: il taglio del cuneo fiscale. A Italia, Spagna e Francia alle prese con tassi di disoccupazione ampiamente in doppia cifra, ha aperto il ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schaeuble: "l'alta disoccupazione giovanile in tanti Paesi europei e anche in Italia è una grande sfida per tutti noi", ha detto. Un buon viatico in vista del Consiglio europeo del 27 e 28 giugno, che avrà al centro proprio le priorità dell'occupazione in Europa, a cui Giovannini vuole arrivare con il 'piano Italia' definito. Sul fronte interno però il tema lavoro porta in pressing i sindacati e critiche al governo da una parte della maggioranza. "Il ministro ha detto che non ci saranno le misure per il lavoro nel decreto e nel disegno di legge che presenteranno", ha detto il segretario generale della Cgil Susanna Camusso riferendosi al Consiglio dei ministri che probabilmente si terrà sabato. Una notizia "per un verso positiva - ha aggiunto - perché il confronto che si è aperto prosegue e si potranno trovare delle soluzioni". Per ora - ha detto invece al termine del tavolo il leader della Cisl Raffaele Bonanni - "non ci sono cifre" e comunque "l'argomento principale, il perno della discussione, sono gli incentivi fiscali per le aziende che assumono i giovani". Il Governo, ha sottolineato invece il numero uno della Uil Luigi Angeletti, "si è mostrato d'accordo con la nostra idea di ridurre il costo solo per i contratti a tempo indeterminato, in modo da renderli più vantaggiosi".
Sul fronte politico a punzecchiare premier e Governo è Renato Schifani (Pdl). "Sentiamo un gran parlare del cosiddetto 'decreto del fare' - ha detto - ma al momento nessuno dei capigruppo è stato minimamente informato sul contenuto del provvedimento. Ci si chiede allora se esista realmente o sia solo un'illusione la cabina di regia. A questo punto cominciamo a nutrire seri dubbi". Ha parlato di "piano Marshall" per l'Italia invece e di "primo compito è dare lavoro alla gente" l'a.d. di Fiat Sergio Marchionne.