Il Pd - con tante polemiche interne -, l’associazione 'Ottimisti e razionali', i 'Circoli dell’ambiente e della cultura rurale' e i 'Federalisti europei' propongono l’astensione, il voto contrario o la non partecipazione alla consultazione (di solito la strategia più adottata da chi si oppone a un referendum abrogativo). Al rischio ambientale il fronte del «no» oppone il fatto che da 50 anni non ci sono incidenti in mare. Ci sono poi le argomentazioni economiche. Lo stesso premier Renzi sostiene che la vittoria del «sì» farebbe perdere posti di lavoro e investimenti, aumenterebbe la dipendenza energetica dell’Italia e favorirebbe compagnie e Paesi esteri.