martedì 22 ottobre 2024
I cinque capitoli che sintetizzano 24 mesi di attività dell'esecutivo guidata dalla leader di Fratelli d'Italia
Un frame del video di Giorgia Meloni per celebrare i primi due anni del suo governo

Un frame del video di Giorgia Meloni per celebrare i primi due anni del suo governo - Ansa

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C’è un po’ tutto nelle 59 slides che il governo Meloni ha preparato e diffuso per “celebrare” i due anni dall’insediamento. Ma le misure-simbolo di questi 24 mesi sono sostanzialmente riassumibili in cinque capitoli.

SICUREZZA

Neanche dieci giorni dopo il giuramento nelle mani del presidente Mattarella, il 31 ottobre 2022 arriva il cosiddetto “decreto rave”. Non era nel programma elettorale, ma il governo interviene dopo alcuni fatti di cronaca, allo scopo di disincentivare i raduni illegali, con un aumento della pena fino a 6 anni per chi organizza o promuove occupazioni finalizzate allo svolgimento di party non autorizzati.

Altri fatti di cronaca, riguardanti in particolari violenze su minori nell’area attorno a Napoli, portano il governo a emanare il decreto Caivano, nel settembre 2023. Divenuto poi legge, mira a reprimere i fenomeni violenti riconducibili alle baby gang, con un inasprimento delle sanzioni nei casi di spaccio e l’arresto in flagranza. Tra le pieghe del provvedimento, c’è anche un paragrafo che riguarda il contrasto all’abbandono scolastico: le famiglie saranno ritenute responsabili per le assenze ingiustificate dei figli a scuola, rischiano e fino a due anni di reclusione e la revoca dell’assegno di inclusione. Al contempo, l'esecutivo si fa carico della riqualificazione delle aree sportive intorno al "Parco Verde".

GIUSTIZIA

Il 15 giugno 2023 passa il ddl Nordio, che cancella il reato di abuso d'ufficio, dando la stura a non poche polemiche da parte delle opposizioni, mentre per il ministro della Giustizia «l’approvazione del ddl rappresenta una svolta nel rafforzamento delle garanzie per gli indagati e una mano tesa a tutti i pubblici amministratori, che non avranno più paura di firmare». Stesso botta e risposta, tra favorevoli e contrari, anche sull’articolo 2 del ddl che contiene una serie di modifiche al codice di procedura penale che mirano a rafforzare la tutela della libertà e della segretezza delle comunicazioni del difensore. Ma il vero test per la maggioranza sarà la separazione delle carriere, che il centrodestra porta avanti come principio dai tempi di Berlusconi.

RIFORME: PREMIERATO, AUTONOMIA DIFFERENZIATA E FISCO

Lo scopo della legge a prima firma del ministro Roberto Calderoli è quella di dare una cornice unitaria per l’attuazione dell’art. 116 della Costituzione, che prevede il trasferimento di funzioni e relative risorse alle regioni a statuto ordinario che ne facciano richiesta, in 23 materie, tra cui Salute e Istruzione. Ma qui entrano in gioco i Lep, Livelli essenziali di prestazione: a norma di Costituzione (art. 117) vengono fissati dalla Stato per i “diritti civili e sociali che devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale”. Il governo dovrà definirli entro 24 mesi. Però su tutto incombe il referendum contro l’autonomia differenziata, promosso da un apposito Comitato che ha già raccolto le firme necessarie per indirlo.

Per quanto concerne il fisco, in vigore dal primo maggio 2023 c’è il taglio del cuneo fiscale per i redditi fino a 35mila euro, in vigore dal primo maggio 2023. La riforma fiscale prevede altresì la riduzione da 4 a 3 aliquote Irpef e il varo di un nuovo concordato preventivo biennale. Viene anche creato un assegno di inclusione con criteri differenti di funzionamento che di fatto annulla il controverso reddito di cittadinanza.

Quanto alla “madre di tutte le riforme”, il premierato, nonostante una partenza a razzo ora si registra una fase di stallo. Ma almeno dal punto di vista formale nulla è cambiato per il governo: l’elezione diretta del presidente del Consiglio resta una priorità, ma bisogna trovare la quadra su una legge elettorale compatibile con il criterio di rappresentanza del voto degli elettori.

SOCIETA’

Il 16 ottobre 2024 c’è l’ok definitivo del Senato a considerare la maternità surrogata un reato universale, ovvero la pratica di procreazione assistita per cui una donna si assume l’obbligo di provvedere alla gestazione e al parto per conto di un’altra persona, oppure di una coppia cui verrà affidato il nascituro. In Italia, la maternità surrogata è vietata già dal 2004. Ma ora, con questo ddl diventato legge, i genitori che torneranno in Italia, dopo aver fatto ricorso alla pratica della "gestazione per altri", potranno essere incriminati e finire in carcere dai tre mesi ai due anni. Previta anche una sanzione pecuniaria che potrà arrivare fino ad un milione di euro.

MIGRANTI

Qui siamo alla più stretta attualità di questi giorni, con la vicenda Albania, ma in materia si deve ricordare anche il decreto legge Cutro: a marzo 2023, dopo il naufragio davanti alla costa calabrese costato la vita ad almeno 94 migranti, il Consiglio dei Ministri si riunisce nel palazzo municipale di Cutro e approva un decreto legge per inasprire le pene esistenti per gli scafisti.

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