martedì 18 febbraio 2014
​«Carissimi baristi pugliesi, vi sup­plico, in nome di Dio, rimuovete le “macchi­nette” dai vostri esercizi! In tanti lo hanno fatto». È il forte appello della lettera, resa nota ieri, firmata da monsignor Alberto D’Urso, pre­sidente della Fondazione antiusura S. Nico­la e SS. Medici di Bari.
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«Carissimi baristi pugliesi, vi sup­plico, in nome di Dio, rimuovete le “macchi­nette” dai vostri esercizi! In tanti lo hanno fatto: allun­ghiamo questa catena di so­lidarietà». È il forte appello della lettera, resa nota ieri, firmata da monsignor Alberto D’Urso, pre­sidente della Fondazione antiusura S. Nico­la e SS. Medici di Bari e vicepresidente e se­gretario della Consulta nazionale antiusura. Che lancia anche ai baristi la proposta di un «bollino» da esporre negli esercizi “no slot”. «Vi scrivo – spiega il sacerdote – per evitare che tante persone e famiglie, oberate da de­biti, rimaste senza lavoro, finiscano di rovi­narsi ulteriormente ricorrendo al gioco d’az­zardo». Certo, aggiunge don D’Urso, «com­prendo i sacrifici che affrontate per dare se­renità alle vostre famiglie, in particolare ai vostri figli. Ma vi chiedo – aggiunge con forza –: se la vostra sicurezza economica dovesse essere motivo di ul­teriori disastri per altre fa­miglie, vi sentireste davvero a posto con la coscienza, da poter guardare negli occhi i vostri figli? Tante persone nei bar con le “macchinet­te” si giocano la famiglia, gli affetti, il futuro e la speranza». Anche perché, ricorda la lettera-appello, «il denaro guada­gnato sia quello benedetto dal Signore che non benedice quello che rende “più povero chi è già povero”». Infine, dopo aver assicu­rato la preghiera per loro e le famiglie, don D’Urso lancia la proposta di «un bollino da esporre con evidenza nel vostro locale per lasciar apprezzare ai vostri clienti la grande dignità di questa scelta». Ora si attendono le prime positive risposte.
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