venerdì 16 giugno 2023
Il riconoscimento a Valerio Taglione, morto nel 2020. «la nostra, una storia di riscatto»
La Medaglia d'oro al merito civile a uno dei "ragazzi di don Peppe"
COMMENTA E CONDIVIDI

Dedicare la propria vita alla lotta contro la camorra, al fianco delle vittime della violenza criminale, educando i giovani alla legalità e ai valori sociali, fa meritare la Medaglia d’oro al merito civile, la più alta onorificenza italiana. Lo ha deciso il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, assegnandola a Valerio Taglione, uno dei “ragazzi di don Peppe Diana”, capo scout, fondatore della Scuola di pace e del Comitato che porta il nome del parroco di Casal di Principe ucciso dalla camorra il 19 marzo 1994. Una medaglia alla memoria perché Valerio ci ha lasciati l’8 maggio 2020, ad appena 51 anni, portato via da un tumore che aveva affrontato con coraggio e voglia di vivere, così come è stato il suo impegno contro i clan e per il riscatto della sua terra. Con altri amici aveva raccolto il testimone di don Peppe, diventando uno dei protagonisti della resistenza e della rinascita della sua terra, per trasformarla da “terra di Gomorra” a “terra di don Peppe Diana”. Obiettivo in gran parte raggiunto.

«Che meravigliosa avventura aveva scritto in occasione del 25° anniversario dell’omicidio di don Peppe -, che straordinaria storia di relazioni, di incontri, di amicizia sono stati questi 25 anni, da un tragico sabato di 25 anni fa. Abbiamo avviato nel nome di don Diana un percorso di riscatto, di memoria, di costruzione di comunità alternative alla camorra. Bisognava ritrovare un nuovo senso di identità, un senso di appartenenza, bisognava ritrovare il piacere di abitare queste terre. Abbiamo raggiunto tanti traguardi, abbiamo fatto generare tanti frutti su queste terre». Riflessioni che troviamo proprio nelle motivazioni della medaglia d’oro. “Motore e anima di tutte le iniziative anticamorra nel territorio casertano e di Casal di Principe, ha sostenuto le vittime della criminalità organizzata e gli immigrati, continuando l’impegno di Don Diana anche dopo la sua morte”.

Non solo, perché il capo dello Stato ricorda anche come Taglione «ha promosso tra i giovani percorsi di educazione alla legalità e ai valori sociali, si è particolarmente impegnato per il recupero dei beni confiscati e per la costruzione di una comunità alternativa a quella criminale. Mirabile esempio di coraggio, di senso civico e di solidarietà». La decisione di Mattarella raccoglie l’appello che era partito pochi giorni dopo la morte di Valerio, per iniziativa di varie associazioni, tra le quali Libera della quale era stato referente provinciale, e di alcuni sindaci del territorio, in particolare di Aversa e Casal di Principe. Ed è un ulteriore riconoscimento dell’impegno di tanti. Il presidente lo aveva sottolineato lo scorso 21 marzo nella visita a Casal di Principe, affermando che «questa terra, in passato così duramente ferita dalla presenza della criminalità organizzata, adesso è protagonista di una stagione straordinaria di fermento e di riscatto». Così, aveva aggiunto, «grazie anche al lavoro prezioso di associazioni di volontariato, la cultura dell’antimafia, il rigetto dei metodi criminali si sono diffusi in modo straordinario, specialmente tra i giovani, spezzando le catene dell’omertà e della paura».

Ma proprio Valerio ci aveva lasciato con un appello a non considerare finita la lotta. «Dobbiamo fare ancora di più per queste Terre, dobbiamo proseguire questo cammino “battendo” nuove strade, inseguendo nuovi “sogni”, oggi più che mai “dobbiamo risalire sui tetti e annunciare parole di Vita”». Sono le parole di don Peppe, anche lui insignito anni fa della stessa onorificenza.

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: