Gabriele Kaci
Per essere riconosciuto italiano, a Gabriele Kaci non sono bastati 18 anni in Italia (su 24 di vita) 16 di scuola e università, addirittura un libro scritto da adolescente nella lingua di Dante. Per lo Stato rimane albanese. «Con la mia famiglia – racconta – siamo arrivati da Kruja nel 1999, quando avevo sei anni. Inizialmente eravamo irregolari, come la maggior parte degli albanesi giunti in quel periodo, ma con la sanatoria del 2002 ci siamo regolarizzati».
Fin dall’inizio, i Kaci si stabilirono a Orentano, un piccolo Comune in provincia di Pisa, dove vivono tuttora. «Mia mamma – racconta Gabriele – aveva lì un’amica, che l’aiutò a inserirsi. Papà iniziò a lavorare come muratore, inizialmente in nero perché senza documenti, poi con contratto una volta regolarizzatosi e ora ha una piccola impresa edile».
Dopo elementari, medie e superiori, lo scorso 30 giugno Gabriele si è laureato in Design industriale a Firenze.
La domanda su cosa farà in futuro tocca il nervo scoperto del non riconoscimento come italiano. «Non lo so – dice –. Vorrei fare la laurea specialistica in Danimarca o in un Paese scandinavo, ma la tassazione è un problema: costa zero euro se sei di un Paese Ue, 14mila se extracomunitario. Non ho la possibilità di pagare quella cifra». L’Albania infatti è ancora extra-Ue. Continua: «Quando torno a Kruja, mi sento un turista, devo chiedere come muovermi». Sono proprio le sensazioni che ha raccontato nel libro "Memorie di un’estate rovinata", pubblicato da Gabriele a 17 anni con una piccola casa editrice romana.