In bicicletta alla scoperta di nuovi percorsi - Pixabay
«Quando il morale è basso, quando il giorno sembra buio, quando il lavoro diventa monotono, quando ti sembra che non ci sia più speranza, monta sulla bicicletta e pedala senza pensare a nient’altro che alla strada che percorri». Correva l’anno 1885 e Sir Arthur Conan Doyle, noto per aver creato il personaggio di Sherlock Holmes, così elogiava il potere della pedalata, in un articolo per Scientific American. Che fosse un cicloturista ante litteram?
Il viaggio in bici è per tutti: è sostenibile, economico ed ecologico. In bicicletta ci si allontana dalla frenesia della quotidianità moderna, pedalare fa bene al fisico, aiuta a liberare la mente, non inquina e permette di vivere un territorio a 360 gradi. Una consapevolezza che si sta diffondendo velocemente. Sono 8 milioni gli italiani interessati al cicloturismo, circa il 16% della popolazione con più di 18 anni. Il Trentino-Alto Adige è la regione più matura quanto a offerta turistica, e il Nord-Est è la destinazione che viene scelta con più frequenza: si trova qui un terzo delle mete cicloturistiche. Questi dati emergono dalla seconda edizione dello studio "Ecosistema della Bicicletta" realizzato da Banca Ifis per fotografare le prospettive di un settore, quello a pedali, che è protagonista della transizione sostenibile. Dopo i numeri record del 2020, con oltre 2 milioni di pezzi venduti, anche grazie agli incentivi, nel 2021 il mercato si è confermato ad alti livelli sfiorando il dato dell’anno precedente: 1.975.000 bici vendute (-2%), stando ai dati diffusi da Confindustria-Ancma, Associazione Nazionale Ciclo Motociclo Accessori.
E ora? Il 2022 sembra mostrare i primi segni di normalizzazione. Secondo un’analisi degli esperti di Bikeitalia, gran parte dei distributori di componenti e di biciclette sono scontenti rispetto agli ultimi due anni e la coda dei clienti che assiepavano i negozi è ormai un ricordo dei tempi passati. L’attenzione verso le e-bike, le biciclette a pedalata assistita, rimane alta in Italia e in Europa: di fatto le e-Bike per prezzo, performance e comfort rendono più abbordabile il cicloturismo anche a persone meno allenate o meno giovani, e al tempo stesso favoriscono ugualmente forme di turismo sostenibile che valorizzi i territori.
I percorsi adatti alle due ruote in Italia sono ben 4.900, per una lunghezza complessiva di 90mila chilometri. Gli operatori turistici con un’offerta cicloturistica sono 4.940, e 4.550 gli alberghi che mettono a disposizione servizi dedicati alla bicicletta. Questi ultimi sono sempre più richiesti, in particolare il noleggio della bicicletta, il tour di gruppo, l’alloggio e la copertura assicurativa. Il servizio destinato a crescere maggiormente è la guida turistica sulle due ruote: pianifica le tappe al posto tuo e non ti fa perdere durante il viaggio. Per chi avesse invece interesse a intraprendere un cicloviaggio, ma non sa da dove cominciare, va ricordata la praticità di quello che è una sorta di Skyscanner per i percorsi in bici. Si chiama Cyclando ed è la prima piattaforma di vendita online di viaggi cicloturistici: raccoglie e seleziona le migliori proposte di itinerari scandagliando le offerte dei tour operator specializzati in tutta Europa. Nel motore di ricerca di Cyclando si possono effettuare le ricerche per destinazione, periodo, numero di partecipanti e tipologia di bicicletta.
I percorsi possibili sono moltissimi, e orientarsi nella scelta è un modo per incominciare a viaggiare. Se la Via Francigena è conosciutissima e ben segnalata, con la possibilità di scaricare le tracce in formato GPX di ogni tappa direttamente dal sito dedicato, per chi ha voglia di immergersi in paesaggi rurali in solitaria, un’esperienza particolare e diversa dagli altri percorsi può arrivare dal Tratturo Magno, il più importante dei cinque Regi Tratturi, che collega Foggia con l’Aquila. Lungo 244 chilometri, copre un sentiero utilizzato per secoli per la transumanza delle greggi di pecore. Il tratto abruzzese ha numerose salite e discese e richiede un minimo di allenamento di base, ma può essere percorso in tre o quattro giorni. Nelle stalle che i pastori avevano costruito lungo il tragitto per il rimessaggio delle greggi sono state realizzate strutture per il pernottamento e la ristorazione. L’associazione Tracturo 3000, su richiesta, invia i percorsi con rilevazione Gps a chi desidera conoscere meglio questo antico via dei pastori (tratturomagno@gmail.com).
Un secondo suggerimento arriva da Simone Frignani, biologo, teologo e inventore di cammini a piedi e percorsi in bici. Quando si dice che il cicloturismo può essere veramente per tutti, grandi, piccini, allenati e non allenati, abili o disabili viene in mente “Rotta a nord-est. Da Trento a Trieste in bicicletta - 640 km dalle Alpi orientali al mare”, guida tra le tante pubblicate con l’editore Terre di Mezzo dallo stesso Frignani. «Si tratta di un percorso adatto a tutti, anche ai principianti: sono 640 chilometri in 10 tappe sviluppate su antichi tracciati ferroviari che si snodano tra Trento e Trieste». Nel libro si trovano le tracce Gps del percorso (da scaricare attraverso un QR-code) e le info utili per le due ruote: l’attrezzatura da portare con sé, le officine, il fondo stradale, i luoghi dove dormire e tutto quello che c’è da sapere sui territori attraversati e tanti suggerimenti per deviazioni “a portata di pedale”. «Tutte le tappe che ho indicato sono servite da treni dove si possono caricare le bici a bordo, nel caso in cui si abbiano problemi a completare le tappe o si abbia bisogno di qualche giorno di riposo in più – spiega Frignani –. Inoltre il tracciato che di fatto collega le già esistenti ciclovie dell’Adige, della Drava e dell’Alpe Adria è adatto e sicuro anche per le persone che avendo ridotte capacità motorie viaggiano su handbike». Insomma, l’assaggio di un mondo mitteleuropeo, le pedalate ai piedi delle Alpi, il tuffo al mare passando per Grado e Trieste, e ancora un messaggio di unione tra il mondo latino, quello germanico e quello slavo che passa sicuramente dal Santuario sul Monte Lussari, al Tarvisio, è un viaggio che vale sicuramente la pena intraprendere.
L’ultimo suggerimento non è un percorso ma una tappa obbligata per gli amanti del ciclismo e della sua storia: il museo della bicicletta a Pesaro: 40 biciclette d’epoca da collezione, il fil rouge che guida il percorso espositivo è il Giro d’Italia; all’interno si possono ammirare bici da corsa in un excursus cronologico dal 1930 fino ad oggi, fra cui magnifici pezzi storici in ferro e acciaio come quelli utilizzati dai pionieri del ciclismo di inizio novecento: su tutti il primo “Campionissimo” Costante Girardengo. Esposta anche la bicicletta originale del record dell’ora del 1988 di Francesco Moser appartenente alla collezione Italian Legend Bicycles. Vi è anche una sezione che ricorda le grandi donne del ciclismo tra cui Fabiana Luperini vincitrice di tre Giri d’Italia e di tre Tour de France femminili. Non mancano le biciclette del presente dotate di una tecnologia elettronica che le proietta verso il futuro. Un futuro in cui la bicicletta si sta affermando come il mezzo d’eccellenza per un turismo sostenibile e rispettoso.