martedì 1 agosto 2023
La presidente della commissione di Vigilanza: «Circolano voci allarmanti. Il servizio pubblico combatta le fake news»
Barbara Floridia

Barbara Floridia - Per gentile concessione dello staff di Barbara Floridia

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Presidente della commissione di Vigilanza Rai e senatrice del M5s, Barbara Floridia ha le idee piuttosto chiare su come affrontare le criticità che affliggono il servizio pubblico, a cominciare dalla governance che, dice, sarà oggetto di discussione negli “Stati generali”, da lei già proposti ai vertici dell’azienda e che potrebbero vedere la luce già il prossimo autunno.

Presidente, cominciamo dai casi Facci e Saviano, che ne pensa di quanto accaduto?

Intanto sono due episodi decisamente diversi, perché Facci ha manifestato un conclamato sessismo con le espressioni usate sul caso del figlio di La Russa, mettendo in discussione il sacrosanto diritto di una donna di denunciare senza essere denigrata pubblicamente su un giornale. Altra cosa è la critica a un ministro, che riguarda invece il caso di Saviano. Ciò detto, per Facci la situazione si è risolta togliendo la striscia che inizialmente si pensava di affidargli. Per quanto riguarda Saviano, ci sono già diverse interrogazioni presentate in Vigilanza: vogliamo capire come la Rai risponderà a quella che è stata definita una scelta aziendale ma che conserva dei contorni poco chiari.

Si parla di un ritorno di Foa, qual è la sua opinione?

Vediamo, perché in realtà allo stato non ho notizia di alcuna decisione ufficiale. L’importante è che non vengano confermate le voci di corridoio rispetto alla presunta volontà di dare spazio ulteriore al “negazionismo climatico”, che invece per me è una battaglia fondamentale. Dobbiamo assolutamente dare spazio alla competenza scientifica, in modo tale che si possa parlare di sconvolgimenti climatici senza se e senza ma. Si tratta di un tema che non deve essere messo in discussione, soprattutto alla luce degli episodi recenti.

Ha intenzione di affrontare la questione in maniera più decisa?

Sì, nel contratto di servizio (su cui è atteso per settembre il parere della commissione, ndr), faremo in modo che ci sia l’attenzione a due temi fondamentali rispetto a questo mondo. Intanto la lotta alle fake news, che è fondamentale per un servizio pubblico di qualità. E poi vorremmo fare in modo che siano intensificate le trasmissioni di divulgazione scientifica, perché spesso quando si parla di sostenibilità e ambiente assistiamo a trasmissioni puramente descrittive, che sono altra cosa rispetto e a una informazione suffragata dalla scienza, di cui invece abbiamo un gran bisogno.

Rispetto al contratto di servizio avete altre idee?

Vogliamo lavorare a diversi temi fondamentali. Innanzitutto, la valorizzazione del giornalismo di inchiesta. Poi l’alfabetizzazione digitale, perché il servizio pubblico sta cambiando, dobbiamo rivolgerci ai giovani e a un pubblico digitale che vive un ambiente diverso rispetto a quello legato alla televisione in chiaro. E sicuramente occorre un’attenzione particolare al tema della donna e alla disabilità.

Ma come risponde a chi fa notare che anche il M5s ha preso parte a processi di lottizzazione?

È una narrazione che mi fa sorridere perché è finalizzata esclusivamente ad attaccare la forza politica che più di ogni altra è stata estranea allo spoil system nel servizio pubblico. Dopodiché non mi sfugge il problema del peso della politica sulla Rai. Proprio per questo vogliamo fortemente gli Stati generali, un’idea per altro già condivisa con i vertici Rai, perché dobbiamo assolutamente rivedere il modello di governance della Rai e lo stesso concetto di Servizio pubblico, in modo tale da uscire tutti da questo “pantano” che mette in difficoltà i cittadini prima ancora che i partiti, fuori dalla maggioranza.

Cosa ne pensa della proposta di Giorgetti sul canone?

Sono contenta che Giorgetti abbia dipanato ogni dubbio all’interno della maggioranza, dove in un primo momento, non solo si parlava di togliere il canone dalla bolletta, ma addirittura di abolirlo. Le modalità per dare risorse alla Rai possono essere diverse, però ritengo sia necessario mantenere il servizio pubblico perché, seppur rivedibile, resta uno strumento indispensabile per i cittadini. Si potrebbe anche pensare di far rientrare il canone nella fiscalità generale, per non far pesare ai cittadini il concetto del pagamento di una quota parte per un servizio specifico legata all’utilizzo del televisore o del telefonino, ma di certo bisogna garantire delle risorse sicure a un’azienda che è una delle maggiori industrie culturali del nostro Paese e che ha bisogno di poter programmare il proprio lavoro al di là di una logica di mercato, a maggior ragione se vogliamo alzare il livello qualitativo.

Come commenta la decisione del governo sul Rdc?

Una scelta sbagliatissima, direi quasi scellerata: in una fase di fragilità economica 169mila famiglie resteranno senza presidi di sicurezza economica, in molti non accederanno neanche alla social card di 300 euro una tantum. Una situazione gravissima. Ci sarà anche un problema a cascata, non solo per le famiglie, ma anche per tutti gli esercizi commerciali dei territori, soprattutto del Sud, che saranno sprovvisti di risorse e di entrate. Un problema economico che si aggiunge a quello sociale.


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