martedì 27 ottobre 2015
Il governo nella Relazione mette le mani avanti e se la prende coi divieti dei comuni. Nel documento «prudentemente» non si fanno cifre sulla regolarizzazione dei Ctd e si teme che le norme degli enti locali possano «interferire».
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Sugli introiti per l’azzardo in Legge di stabilità il Governo mette, prudentemente, le mani avanti. Così per la sanatoria del Ctd illegali non prevede alcun incasso, mentre per l’aumento delle tasse su Slot e Vlt e la nuova gara per i centri scommesse teme l’"interferenza" dei comuni che potrebbero limitare il numero delle sale e quindi anche dei nuovi introiti previsti. Ancora una volta la linea è solo fare cassa. Una preoccupazione contenuta nella Relazione tecnica allegata alla Manovra depositata domenica al Senato e che, coincidenza, aveva espresso nei giorni scorsi anche Massimo Passamonti, presidente di Sistema gioco Italia, la Federazione dell’industria dell’azzardo aderente a Confindustria.Per quanto riguarda la sanatoria, la Relazione ricorda che a quella della passata Stabilità, scaduta il 31 gennaio, aderirono meno di 2.200 centri rispetto ai 7mila esistenti e così l’introito previsto di 187 milioni (pessimisticamente si pensava all’adesione di soli 3.500 Ctd), alle fine fu di appena 117 milioni. Due le ragioni, spiega il Governo, «il costo elevato» e «la prospettiva di regolarizzarsi mediante gara, tenuto conto del fatto che tutte le concessioni in materia di scommesse verranno a scadenza il 30.6.2016». Le prospettive per la nuova sanatoria non cambiano. «Oggi – si legge ancora nel documento –, il costo per aderire alla sanatoria sarebbe il medesimo, mentre il tempo di attesa della gara è ancora più breve». Infatti, aggiunge il Governo, «i potenziali interessati alla regolarizzazione avrebbero a disposizione, di lì a pochi mesi, la partecipazione alla gara». E non si tratta solo di tempi, ma anche di convenienza. «Tenuto conto – precisa l’Esecutivo – del fatto che la regolarizzazione richiede il versamento di 10mila euro per ogni punto vendita sanato e che la gara indetta richiede il versamento di un prezzo d’asta base di 32mila euro per le agenzie e di 18mila euro per i corner, l’esborso per la regolarizzazione, la cui efficacia si esaurirebbe con l’assegnazione delle nuove concessioni in base alla gara, potrebbe non apparire economicamente conveniente». E così il Governo mette le mani avanti: «Per tali ragioni, si ritiene prudente non prevedere alcun maggior introito in relazione alla norma in esame», cioè quella che prevede la sanatoria. Una riflessione che cozza con quanto assicurato nei giorni scorsi, e cioè che la sanatoria era la strada obbligata e quindi necessaria per poi partecipare alla gara. La Relazione lo smentisce.Ci sono poi le preoccupazioni per le conseguenze sugli introiti previsti delle iniziative dei comuni. Per quanto riguarda l’aumento della tassazione sulle "macchinette", il Governo fa riferimento a quanto hanno giocato gli italiani nel 2014. Si tratta di 25,4 miliardi con le slot e 21,4 con le Vlt. Sulla base di questi livelli e dell’incremento delle tasse (+2% per le slot e + 0,5 per le Vlt) il Governo stima un maggior incasso in tasse di 615 milioni. E qui scatta il riferimento ai comuni. «Le stime di cui sopra – avverte la Relazione governativa – presuppongono il mantenimento del livello di raccolta registrato nell’anno 2014 anche per gli anni 2016 e successivi. Su questo livello – ed è qui il passaggio più delicato – potrebbero interferire gli sviluppi delle normative locali e delle relative modalità applicative». Un ragionamento che viene fatto anche per la prossima gara per i centri scommesse la cui «partecipazione – scrive ancora il Governo – è correlata dalla certezza, per i potenziali concorrenti/investitori, di poter poi attivare concretamente sul territorio i "Diritti" acquisiti con le gare. Valgono, pertanto, le medesime considerazioni in ordine alla evoluzione e alle modalità applicative delle normative degli enti locali». Parole gravi che sembrano anteporre la necessità di fare cassa alla libertà decisionale dei comuni, più volte rivendicata, e chiesta anche nel "manifesto" delle associazioni antislot.
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