La corsa verso il Colle - Ansa
Se la giornata di ieri ha diradato qualche ombra (ma non così tante, e non quelle decisive) sulla strada verso il Colle, resta buio fitto sulle prospettive del governo e della legislatura dopo l’elezione del capo dello Stato. Si è ormai capito che i due nodi non vanno sciolti uno dopo l’altro, ma insieme.
E non è sufficiente che i leader dicano, mentre si apprestano a votare per il presidente della Repubblica, di essere disponibili a reggere un nuovo esecutivo.
Serve anche chiarire 'quale' governo hanno in mente, con quale perimetro, con quali equilibri, con quale metodo, con quali priorità. Il tempo è tiranno. Senza un accordo ampio e onnicomprensivo, eleggere in tempi rapidi il nuovo inquilino del Colle potrebbe non bastare a mettere in sicurezza il Paese. Le domande sono molte, e varie. Alcune, pescando dal mazzo.
Fdi, contribuendo ad eleggere il capo dello Stato, entrerebbe in gioco anche per l’esecutivo? E Matteo Salvini, quando parla di un «governo dei leader», immagina lo scenario, non proprio rassicurante, in cui ogni capopartito si prende una bandierina ministeriale – nel suo caso, si può immaginare il Viminale, già presidiato con noti risvolti durante il Conte 1 – e la agita fino alla campagna elettorale? Ci sarebbe un impegno davvero unanime, anche da parte di M5s, a tenere la barra dritta sulle riforme, faticose ma necessarie, per continuare a ricevere le rate Ue del Pnrr?
E il Pd di Enrico Letta come gestirebbe la partita più complessa, quella della legge elettorale: assecondando richieste proporzionaliste di possibili alleati post-voto o continuando a coltivare il rapporto coi pentastellati in chiave maggioritaria? Inoltre, in questa delicata fase di passaggio della lotta alla pandemia, con la sperimentazione di un diverso modo di conviverci, ci sarà un impegno comune ad evitare slabbrature e ammiccamenti seminegazionisti?
Senza alcune risposte previe e serie, potremmo trovarci, dopo la sfida del Quirinale, in una snervante saga degli equivoci, delle pretese, dei veti e dei bracci di ferro, con buona pace della necessità degli italiani di aver un governo che li conduca definitivamente fuori dalla pandemia.