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Quella che la stampa francese definisce la prima vera riforma sociale della presidenza Macron ora sta correndo spedita verso la meta: il Consiglio dei ministri ha adottato ieri a Parigi il disegno di legge di bioetica che introduce alcune rilevanti novità rispetto alla norma vigente (riformata nel 2011) e che ora è atteso all’esame dell’Assemblea nazionale dal 24 settembre.
«È un impegno del presidente della Repubblica, ora speriamo nella promulgazione entro il primo trimestre del 2020» ha dichiarato il ministro della Salute Agnès Buzyn, che insieme ai colleghi di governo Nicole Belloubet (Giustizia) e Frédérique Vidal (Ricerca) sta portando avanti un provvedimento discusso sia per l’ampio dibattito nazionale di cui è il risultato sia nel senso che nei 32 articoli del testo c’è più di un punto problematico.
Quello di gran lunga più rilevante è l’abbattimento dei paletti in tema di fecondazione artificiale, un’apertura riassunta con le formule della «provetta per tutte» e dei «figli senza padri » e che – come denuncia la filosofa femminista Sylviane Agacinski – cancella i limiti naturali rendendo la donna uno strumento riproduttivo al centro del mercato del corpo umano. Il nuovo testo apre infatti alla procreazione medicalmente assistita (Pma) «per tutte le donne », eliminando di fatto il requisito dell’infertilità e aprendo il ricorso alla provetta a single e coppie lesbiche, dando inoltre la possibilità di selezionare gli embrioni ritenuti sani, tutte pratiche destinate a diventare un diritto sancito dalla legge.
Vengono allentati anche i vincoli per la ricerca sulle cellule staminali embrionali, oltre a facilitare la distruzione degli embrioni congelati – sarebbero in totale 225mila quelli crioconservati in Francia – non più reclamati dai genitori da almeno cinque anni. Dovrebbe poi essere garantito un più semplice ricorso al congelamento degli ovociti eliminando i vincoli di età della donna. Quanto all’eterologa, la nuova legge garantirà ai figli di 'donatori' anonimi di gameti la possibilità di risalire all’identità del genitore biologico, mentre resta il divieto di utero in affitto (tuttavia logorato da ripetute sentenze che autorizzano l’iscrizione all’anagrafe di figli nati all’estero da madri surrogate).
Per le casse francesi si prevede un aumento dei costi per la fecondazione del 5% rispetto ai 300 milioni di euro che ogni anno finanziano il ricorso alla provetta. Secondo la deputata Agnès Thill, esclusa proprio per le sue posizioni in tema di fecondazione da La République En Marche, il partito fondato da Macron, il problema della nuova legge è che lascia aperti spiragli a modifiche – in peggio, si presume – durante la discussione parlamentare. Thill sottolinea come ormai gli unici criteri validi per il legislatore in tema di bioetica siano il desiderio e il consenso, che giustificano qualsiasi azione.
Nel corso del dibattito avevano fatto sentire la loro voce anche i vescovi francesi mettendo in guardia sui rischi derivanti da una riforma che relega il maschio a semplice fornitore di materiale biologico minando alle fondamenta il ruolo del padre. Le critiche ripetute ed esplicite anche dell’associazionismo d’ispirazione cristiana non hanno impedito alla maggioranza che sostiene il presidente di tirare dritto. Fino al primo importante passaggio politico di ieri.