Smette di parlare, prende il pacchetto delle sigarette. «Scusa un attimo. Avevo smesso di fumare, ma sapere che ho il
linfoma di Hodgkin mi ha fatto ricominciare». È arrabbiato Bartolomeo Pepe, moglie e tre figli. «Lavoro in un’azienda che trattava fino a poco tempo fa rifiuti tossici industriali e vivo a Casalnuovo», comune napoletano di cinquantamila abitanti in pieno triangolo dei veleni. «Ho fatto le analisi del capello e dentro mi hanno trovato mercurio, piombo e alluminio». Deve sembrargli una beffa, proprio lui che combatte da anni gli avvelenatori delle province napoletana e casertana.La diagnosi l’ha avuta cinque giorni fa e ha impiegato un attimo a capire che il
linfoma di Hodgkin è un tumore. Regalo dell’esposizione ambientale insieme probabilmente a quella lavorativa: «Un mix micidiale...», sussurra Bartolomeo.La buona notizia è che appena l’altro ieri ha saputo che il linfoma non ha attaccato il suo midollo spinale. La cattiva che dovrà passare il resto dell’esistanza muovendosi su un filo di rasoio, in terapia e facendo controlli trimestrali. «Non riesco a capire – dice, ancora sussurrando –. Con questi maledetti roghi tossici è evidentissima la volontà di avvelenarci il territorio». E c’è, fra l’altro, che «nelle nostre zone abbiamo un impianto nel quale si trattano i rifiuti industriali di Porto Marghera e nell’inceneritore di Acerra bruciano qualsiasi cosa...».Ne scorre a fiumi rabbia da ingoiare dopo che ti hanno certificato di esserti preso un tumore e di avere un bel po’ di mercurio, piombo e alluminio nel sangue. Soprattutto perché «da dove vengono tutti questi metalli?», si chiede Bartolomeo.Gli si era ingrossato un linfonodo e sulle prime i medici pensavano fosse un’infezione. Poi, precauzionalmente, gli fanno un "ago aspirato" (prelevano cioè materiale biologico attraverso appunto un ago più o meno lungo e di calibro superiore a quello delle normali siringhe), scoprendo il
linfoma di Hodgkin, cioè un tumore relativamente raro (ma la sua incidenza è in aumento), che rappresenta il 30/40% dei linfomi maligni e per il quale le classi di età più a rischio sono i giovani fra venti e trent’anni e gli anziani sopra i settanta. Bartolomeo ne ha quarantanove.Linfonodo rimosso, esame istologico e diagnosi confermata. Non solo: una Tac svela che ha altri linfonodi attivi, specialmente nella parte ascellare destra: «Linfoma classificato al terzo stadio. Così, comunque vada, me lo terrò per tutta la vita».Però la negatività di quell’esame del midollo è stata festeggiata con una bella cena in un ristorante di Casalnuovo, l’altro ieri sera, pagata da uno degli oncologi che lo seguono (gratuitamente), Antonio Marfella.«Medici che hanno a cuore quel che succede alle nostre terre e a noi, ma sono la minoranza. La maggioranza latita, anzi non interessa loro nulla di quanto ci sta accadendo. Chissà come andrebbe se invece fossero tutti al nostro fianco in questa battaglia». Non sarà che avranno paura? Magari, per esempio, di ritorsioni sulle loro carriere? «Paura la hanno – dice Bartolomeo –. Non lo crederai, ma a noi, a chi è impegnato perché i criminali smettano di uccidere noi e le nostre terre, servono medici e avvocati. Qualcuno ci aiuta, ma sono mosche bianche».Accende un’altra sigaretta, che non spegne la rabbia. «Mi piacerebbe che, qui da noi, chiunque ha un tumore facesse l’analisi del capello e poi sarei curioso di vedere quanto allarmanti risulterebbero i risultati».Scuote la testa. Davanti a sé ha la cartellina coi suoi referti medici. «Qui si sta ancora discutendo di registro tumori. Ma se domattina venisse applicata la "direttiva Seveso" (adottata dalla Ue, che impone d’identificare i siti industriali a rischio, adottare adeguate misure per prevenire gli incidenti rilevanti connessi con sostanze pericolose e limitarne le conseguenze per le persone e per l’ambiente, <+corsivo>ndr<+tondo>), dovrebbero svuotare mezza Campania».Per qualche istante gli occhi di Bartolomeo sembrano riempiersi solamente di amarezza: «Sai qual è l’unica verità? Noi siamo in una drammatica emergenza ambientale. E non importa a nessuno».