Non ci sono ancora dati definitivi, ma la vittoria del Pd è chiara dal pomeriggio. Milano, Bologna, Napoli sono già in tasca. A Roma Gualtieri va al ballottaggio. Entrico Letta è stato eletto alle suppletive. «Il quadro appare molto buono», commenta prudente ma soddisfatto l’ex capogruppo del Pd ed ex ministro Graziano Delrio. «Anche l’elezione di Enrico alla Camera è un elemento di tranquillità e certezza».
C’è un crollo dell’affluenza un po’ ovunque. Come lo legge?
Purtroppo la disaffezione degli elettori è un dato preoccupante.
Ma alle ultime tornate c’era stato un incremento forte. Forse l’offerta dei candidati non ha convinto?
Il calo è un segno di una campagna elettorale che arriva in un momento difficile per gli italiani, in post pandemia. Ma può darsi che ci siano state sfide poco accese. Penso ai candidati di centrodestra di Milano e Bologna, dove la campagna si è sentita meno. Non così a Roma, ma l’affluenza è stata comunque bassa. Il calo deve aiutarci a recuperare forme di proposta sempre più incisive, perché la partecipazione è un dato di democrazia. Sui motivi dell’astensione va fatta una riflessione, ma non a caldo.
Il Pd ha vinto. E ormai ha superato il M5s. Cosa cambia nel quadro politico?
Il Pd ha vinto dentro un quadro di una bella vittoria del centrosinistra. Per noi è una spinta a continuare ad essere il partito della prossimità, perché il Pd è il partito che più di tutti ha un esercito di amministratori che dà un senso di una politica vicina ai cittadini. Questo non va letto come giudizio sugli altri.
Ci saranno riflessi sul governo?
Il governo ha sempre contato molto sulla forza tranquilla del Pd e può continuare a contarci. Ora godiamoci questo primo pezzo della vittoria e speriamo che i risultati finali confermino il quadro di un centrosinistra rafforzato. Di questo va dato merito a Enrico che ha stabilizzato il partito, riuscendo a mettere insieme tutti i pezzi, facendoci presentare nelle città con un progetto chiaro.
L’alleanza con M5s va confermata? Conte a tratti sembra 'tiepido'.
L’alleanza ha funzionato sicuramente a Napoli dove il candidato è stato scelto insieme e per tempo. E ha funzionato anche a Bologna, anche se sicuramente i rapporti di forza sono molto diversi. Faremo un bilancio delle alleanze quando avremo i dati di tutti i comuni in cui abbiamo scelto questa strada. Ma mi sembra che sia una strada saggia quella di confrontarsi e lavorare insieme.
Ai ballottaggi vi apparentate con i 5s?
La questione è che l’alleanza va fatta sui progetti per le rispettive città. A Milano non c’erano le condizioni per farla e in altre grandi città lo stesso. Alle comunali un andamento a macchia di leopardo ci sta, è anche normale che si possano non trovare convergenze in alcuni casi. Leggo così la prudenza di Conte.
E apparentamenti con gli altri partiti?
Decideranno gli elettori. Mi aspetto che gli elettori e i dirigenti lavorino senza pregiudizi a valutare la bontà dei nostri candidati e dei progetti.
Calenda non è convinto di farli.
Quando penso a dirigenti che non hanno pregiudizi e guardano al bene della propria città penso a persone come Carlo, che è politico molto serio.