Romano Siciliani
Resta uno dei nodi più difficili da sciogliere in vista della ripresa dell’attività scolastica a settembre: trovare spazi adeguati per tornare a far lezione in sicurezza (e senza mascherina almeno al banco). Ecco che perciò, proprio per rispondere a questa esigenza degli istituti scolastici, i cui dirigenti in queste settimane estive sono impegnati ad organizzare la ripartenza delle attività, scende in campo la diocesi di Roma che ha ipotizzato di mettere a disposizione delle scuole gli spazi delle parrocchie.
Un’idea concreta spiegata ai sacerdoti delle 332 parrocchie dal segretario generale del Vicariato monsignor Pierangelo Pedretti. «Seguendo le indicazioni del nostro cardinale vicario – scrive così in una lettera – abbiamo avviato un’iniziativa per aiutare le scuole di Roma a riprendere l’attività didattica il prossimo mese di settembre mettendo a disposizione, ove possibile, alcuni spazi parrocchiali». Perciò i parroci dovranno far sapere alla diocesi non solo le aule disponibili, ma anche le richieste in tal senso che hanno già eventualmente avuto dai dirigenti scolastici del loro quartiere.
Ora si parte con una ricognizione per capire quali aule sono disponibili in ogni parrocchia e i presumibili adattamenti da fare per renderli fruibili per le lezioni (le spese dei lavori e le attrezzature saranno a carico degli enti locali), anche in vista della «possibile intesa» con le istituzioni civili di riferimento che si sta ipotizzando di stilare insieme all’Ufficio scolastico regionale e agli enti locali responsabili (ossia Comune di Roma per materne, elementari e medie, Città metropolitana per le superiori). L’obiettivo è «mettere in sicurezza una generazione – spiega Rosario Salamone, responsabile dell’Ufficio per la pastorale scolastica e l’insegnamento della religione cattolica del Vicariato – come società civile dovevamo porci il problema di far ripartire le lezioni in presenza per il bene dei ragazzi».
Il rischio infatti è di avere una generazione – quella dalla scuola dell’infanzia al liceo - che non avrà la possibilità di tornare a scuola in presenza, con tutte le conseguenze negative di non avere una giornata cadenzata di impegni. Gli spazi parrocchiali in realtà saranno ancora più preziosi in particolare nelle periferie della Capitale, che possono contare meno sulla disponibilità di musei, teatri, biblioteche. Non a caso Salamone parla di «responsabilità sinfonica dell’orchestra civile», anche perché ciò che si vuole evitare è che «si vada in solitudine» nelle richieste delle scuole alle parrocchie limitrofe. Tuttavia, è il suo auspicio, «non dobbiamo lasciarci scoraggiare da tutto quel reticolo di norme sulla sicurezza», occorre invece «fare uno sforzo per trovare le soluzioni più funzionali per i nostri ragazzi perché c’è in gioco il loro futuro».