mercoledì 26 luglio 2017
La cittadinanza? L'ha ottenuta un mese fa, ma solo grazie a un cavillo...
Giorgia Cociorva, 18 anni, è nata e cresciuta a Bologna in una famiglia affidataria

Giorgia Cociorva, 18 anni, è nata e cresciuta a Bologna in una famiglia affidataria

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Giorgia Cociorva, nata a Bologna 18 anni fa, risponde al telefono da Barcellona. Sullo sfondo si sentono le onde del mare: è con i suoi compagni di classe, hanno finito la maturità e ora si godono la vacanza sognata da settembre. Durante l’anno scolastico, però, Giorgia non ha potuto concentrarsi solo sull’esame, ma ha dovuto lottare per vedersi riconosciuta la cittadinanza italiana. Ha partecipato ad alcune mobilitazioni a Roma davanti al Pantheon (il "martedì grasso", per non saltare giorni di scuola), indette dal movimento "Italiani senza cittadinanza" di cui fa parte, per chiedere l’approvazione della riforma. Spiega Giorgia: «Sono nata e cresciuta a Bologna. La mia madre biologica è moldava, il padre non mi ha riconosciuto. Ho trascorso la mia vita presso una famiglia affidataria bolognese».

Non ha dubbi sull’appartenenza: «Ho sempre parlato l’italiano e ho sempre vissuto immersa nella cultura italiana. Non ho un altro Paese». Quando è diventata maggiorenne, le hanno negato la cittadinanza: «Perché dai 2 ai 5 anni, quando ero troppo piccola per decidere – racconta – sono stata portata in Moldavia, dove ho vissuto con la nonna. Paradossalmente è il Paese da cui sono stata subito riconosciuta come cittadina, pur non conoscendone nulla». Finalmente, dopo una serie di cartellini rossi, il mese scorso un funzionario bendisposto del Comune ha scovato un cavillo a cui appigliarsi: Giorgia era in carico ai servizi sociali bolognesi anche durante il periodo in Moldavia e questo ha permesso di aggirare la legge e riconoscerle la cittadinanza. «Però la mia è un’eccezione – dice amara – rispetto ad altri ragazzi con biografie molto simili».

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