Cantiere superbonus - Ansa
"Non è intenzione del governo procedere alla proroga delle misure relative agli interventi nelle forme finora conosciute". Il ministro Giancarlo Giorgetti mette un'altra pietra sul superbonus 110%, risponendendo al question time alla Camera. Un no, o meglio un ni rafforzato, alle richieste di proroghe pervenute dai costruttori. "Le valutazioni sull'impatto del superbonus - ha detto Giorgetti - sono soggette ad un ampio margine di incertezza per la variabilità dei risultati raggiunti". Per Giorgetti, da una "rigorosa analisti costi-benefici" sarebbe emerso che la misura ha "nella migliore delle ipotesi sostituito o spiazzato spese che si sarebbero fatte" comunque. E dunque "se la stima dell'impatto è incerta, la quantificazione dei costi per le finanze pubblica è certa", visto che "misure pagate da tutti gli italiani hanno interessato meno del 3% del patrimonio immobiliare esistente: prime e seconde case, al mare e ai monti, di ricchi e di poveri, e anche sei castelli", ha rilevato il ministro.
Dunque il governo prosegue sulla strada del depotenziamento e definanziamento del bonus, mentre ancora da sciogliere è il nodo dei crediti. "Il mercato di acquisto dei crediti è ripartito grazie anche all'impegno del governo e alle certificazioni della natura di tali crediti e proprio per questo sono allo studio dell'esecutivo strumenti attraverso i quali consentire la verifica della bontà di quelli ancora in possesso dei cittadini e sorti nel periodo antecedente l'introduzione dei vincoli di appropriatezza". "Tale circostanza - conclude - dovrebbe contribuire a rimuovere gli ostacoli frapposti alla loro cessione".
Le parole del ministro lasciano nel dubbio i costruttori. "Reputiamo questo un governo responsabile, escludiamo che possa abbandonare famiglie e imprese incolpevoli", afferma la presidente dell'Ance Federica Brancaccio. Quella del ministro dell'Economia, osservano i costruttori, è una chiusura sulle forme attuali, "ma mi sembra anche si stiano interrogando su quella che può essere una soluzione, magari in un'altra formula", spiega Brancaccio. La proroga richiesta per i condomini, ricorda, "è solo per i lavori già in corso, anche per non vanificare quanto fatto finora". Il rischio altrimenti è di avere "scheletri in giro per le città".