La sede dalla Cooperativa "La Pietra Scartata" - A.M.M.
Nuova intrusione e furto nel laboratorio della cooperativa Pietra di scarto di Cerignola. E’ il secondo preoccupante episodio in appena due mesi che colpisce questa importante e esemplare realtà nata nel 1996 grazie al Progetto Policoro della Cei e che in beni confiscati alla mafia foggiana ospita e dà lavoro a tanti soggetti fragili, “pietra di scarto” appunto, come detenuti, immigrati donne vittime di violenza e sfruttamento.
La scorsa notte alcune persone hanno sfondato la recinzione con un’auto, sono entrati nell’edificio, hanno rubato alcuni attrezzi di lavoro, tra i quali un generatore, scardinato il distributore del caffè, con l’apparente intenzione di cercare soldi. Poi sono fuggiti. Un’azione ripresa dalle telecamere della videosorveglianza, così come era accaduto il 18 febbraio quando alcune persone avevano aperto un varco nella recinzione ma poi non avevano toccato nulla. Forse disturbati o forse perché dovevano mandare solo un messaggio.
“Questa volta sembra solo un furto a meno che non abbiamo qualche altro obiettivo”, commenta il presidente della cooperativa Pietro Fragasso. A preoccupare è soprattutto il ripetersi degli episodi. Ma i soci cercando di sdrammatizzare. “Cerchiamo di reagire in modo costruttivo, non vogliamo dare soddisfazione a chi ha commesso questi atti”. Le registrazioni video, comunque, come a febbraio sono stati consegnate ai carabinieri. Intanto la cooperativa certo non si ferma. “Siamo prossimi alla piantumazione del pomodoro dopo aver finito la potatura degli ulivi ma siamo molto preoccupati per il forte aumento di alcuni prezzi”.
Ad esempio i contenitori di vetro per la passata e le altre lavorazioni del pomodoro sono aumentati del 20 per cento e si annunciano aumenti anche per i cartoni e l’acqua. “Faremo di tutto per non aumentare il prezzo al pubblico dei nostri prodotti perché è anche questo uno dei motivi del nostro lavoro”.
Ricordiamo che la cooperativa opera in collaborazione con la Caritas di Cerignola e grazie al sostegno di Fondazione con il Sud. All’inizio dell’anno ha festeggiato i 25 anni con la presenza del vescovo, monsignor Luigi Renna, oggi arcivescovo di Catania, del procuratore di Foggia, Ludovico Vaccaro e del presidente di Libera, don Luigi Ciotti. Una chiara scelta su da che parte stare, come il nome dato al laboratorio, quello di Francesco Marcone, il direttore dell’Ufficio del registro ucciso a Foggia nel 1995, rappresentato in un bellissimo murale disegnato su una parete dell’edificio.
Iniziative altamente simboliche, oltre che efficaci, come la coltivazione nel terreno di “Casa Bakhita”, il centro di accoglienza realizzato dalla diocesi nel ghetto di Borgo Tre Titoli. Grazie alla collaborazione tra cooperativa e Caritas, ci lavorano immigrati sfruttati e emarginati, finalmente in regola. Nuovi prodotti, dopo i pomodori e le olive, da confezionare nel laboratorio Francesco Morcone. Iniziativa che evidentemente danno fastidio.
Anche perché la loro storia dopo alcuni articoli di Avvenire è poi stata raccontata dal Tg3, da Tv2000 e dal Corriere della Sera, e alcuni soci della cooperativa sono stati ricevuti in udienza da papa Francesco. Loro, come detto, non si fanno impressionare. In occasione del primo episodio avevano lanciato un messaggio ai responsabili: “Se individuati, potranno trovare qui una seconda opportunità di vita”. Questa volta sul loro profilo facebook hanno messo un video in cui, ironizzando sul distributore di caffè danneggiato, li invitano a colazione, con tanto di vassoio di “bombolotti” in bella mostra.