Un uomo senza fissa dimora di 44anni è morto per assideramento a causa del freddo. Il suo corpo è stato ritrovato all'interno di una mega struttura commerciale abbandonata, nel centro di Avellino, dove trovava ricovero da circa tre anni. A far scattare l'allarme, è stato un suo amico che come la vittima ha trascorso la notte scorsa all'interno della struttura. Il clochard, originario di Visciano (Napoli) si era stabilito da tempo ad Avellino, dopo aver lasciato moglie e figli che tuttora risiedono nel comune in provincia di Napoli. Recentemente al senza fissa dimora era stato notificato un foglio di via obbligatorio dal questore di Avellino, sulla base di alcuni precedenti per piccoli furti. Sul posto del ritrovamento sono arrivati i medici del 118 che hanno constatato l'avvenuto decesso per assideramento. Il pm di turno del Tribunale di Avellino ha incaricato il medico legale di procedere all'esame esterno del corpo, prima di decidere se procedere alla eventuale autopsia.
Un altro clochard vittima del freddo. Nell’ultima settimana sono stati già tre i senza fissa dimora uccisi dalla morsa di gelo che sta interessando l’Italia. L’ultima tragedia della povertà è stata scoperta ieri mattina dai carabinieri in servizio ad Aversa, nel Casertano. I militari, intervenuti su segnalazione di un passante, hanno rinvenuto il corpo senza vita di un cittadino indiano di 58 anni, Singh Hamri, che spesso mangiava alla mensa della Caritas. Dai primi accertamenti medici, l’uomo potrebbe non aver retto alle rigide temperature di queste ultime notti.
La medesima sorte era toccata, l’altro giorno, a un clochard di Bari, trovato cadavere nella centralissima piazza Cesare Battisti, a due passi dall’Università. Due giorni prima, il 29 dicembre, stessa scena a Genova. Su una panchina di piazza Petrella è stato trovato il corpo senza vita di un romeno di 55 anni, senza fissa dimora e malato da tempo. Proprio la combinazione tra le patologie croniche di cui soffriva e il freddo di queste ultime notti, ha provocato il decesso.
Proprio la combinazione tra le patologie croniche di cui soffriva e il freddo di queste ultime notti, ha provocato il decesso. Intanto, in alcune città, prendono forma i piani per contrastare l’emergenza. Si va da Milano, che ha stanziato 400 posti letto in più rispetto all’anno scorso arrivando a quota 2mila, a Bari, che ha predisposto il mese scorso un piano operativo ad hoca sostegno in particolare delle persone senza fissa dimora e di quelle in condizioni di estrema fragilità e povertà. Un’altra risposta è arrivata da Napoli, dove l’amministrazione comunale ha predisposto l’apertura notturna delle stazioni della metropolitana linea 1 Museo e Vanvitelli, al fine di accogliere i senza fissa dimora che potranno trovare riparo dalle rigide temperature. «Come per gli anni scorsi – spiega l’assessore al Welfare, Roberta Gaeta – già dall’inizio dell’inverno siamo stati tempestivi nel fronteggiare l’emergenza freddo con un programma coordinato e strutturato di azioni volte a garantire la tutela delle persone in situazione di estrema fragilità. Prevediamo, oltre all’apertura delle stazioni della metropolitana finché non termineranno le ondate di gelo, l’intervento delle tre Unità mobili di strada già attive sul territorio accanto alla Centrale operativa sociale».
E in vista dell’ulteriore abbassamento delle temperature, previsto per queste prime giornate del nuovo anno, la Comunità di Sant’Egidio lancia un appello per la raccolta straordinaria di coperte e sacchi a pelo e per la creazione di luoghi caldi e sicuri per i senza dimora. Il materiale raccolto, si legge in una nota, sarà distribuito «durante le cene itineranti, che la Comunità svolge durante tutto l’anno portando bevande e pasti caldi, e in alcune visite straordinarie che saranno effettuate per l’emergenza delle prossime ore». «La larga solidarietà vissuta a Natale – prosegue la nota della Comunità – quando, con la collaborazione di tanti volontari, i pranzi con i poveri promossi da Sant’Egidio hanno coinvolto oltre 40mila persone in Italia, dimostra che cresce il numero di chi desidera contribuire alla costruzione di città più umane. Rappresenta al tempo stesso una domanda pressante alle istituzioni perché migliorino la rete di protezione sociale nei confronti di chi ha bisogno, a partire dai ripari notturni per i senza dimora».