L'esterno della baracca bruciata - Flai-Cgil
Sul bordo in cemento della baracca un immigrato aveva inciso la frase “Is good to be happy”, “E’ bello essere felici”. Nella baracca a fianco la scorsa notte è morto bruciato il suo amico Joof Yusupha, 35 anni del Gambia. Bracciante finito a vivere in due metri per due di lamiere nel ghetto foggiano di Torretta Antonacci, dopo aver perso il permesso di soggiorno a causa del cosiddetto “decreto sicurezza”.
L’ennesimo incendio nei ghetti della Capitanata, l’ennesimo morto negli ultimi sei anni: due nel 2017 proprio a Torretta Antonacci, nelle campagne tra San Severo e Rignano Garganico; quattro tra il 2018 e il 2020 nel ghetto di Borgo Mezzanone, tra Foggia e Manfredonia; uno nel 2016 nel cosiddetto “Ghetto dei Bulgari”, in località “Pescia”; l’ultimo dramma il 17 dicembre 2021 quando nel rogo della loro baracca nel ghetto di Stornara, muoiono i fratellini rom bulgari Christian, 4 anni, e Birka, 2 anni.
Sul bordo in cemento della baracca a fianco di quella bruciata un immigrato aveva inciso la frase “Is good to be happy”, “E’ bello essere felici” - Flai-Cgil
L’ultimo incendio assassino in piena notte, prima delle 4. Due le baracche interessate, dove vivevano in quattro, ma solo Joof Yusupha è rimasto coinvolto. I vigili del fuoco intervenuti hanno trovato il suo corpo completamente incenerito ancora all’interno, tra quelle pareti in lamiera.
“Prima viveva a San Severo, poi a causa del “decreto Salvini” non è riuscito più a rinnovare il permesso di soggiorno ed è dovuto venire a vivere al ghetto in una baracca di lamiere. Ma come si fa a dormire là dentro con 40 gradi!”, denuncia Daniele Iacovelli, segretario provinciale della Flai-Cgil da tanti anni al fianco di questi lavoratori. “Certo - aggiunge - è strano un incendio d’estate, potrebbe essere stato qualche filo elettrico o un fornelletto acceso. Ma ho molti dubbi…”.
L'interno della baracca di 2 metri per 2 dove, alle 4 della notte, è scoppiato l'incendio: il corpo incenerito di Joof Yusupha è stato trovato all'interno dai vigili del fuoco - Flai-Cgil
Gli stessi di don Andrea Pupilla, direttore della Caritas diocesana di San Severo. “Questi fatti avvengono soprattutto d’inverno quando hanno la necessità di riscaldarsi, ma d’estate è strano. Speriamo non sia doloso”. Forse non è un caso che per le indagini sia intervenuta la Digos. “Le due baracche - sottolinea don Andrea - erano proprio al centro del ghetto che in questi giorni è pienissimo, più di 1.500 persone. Ed è sempre più grande. Ma non si può andare avanti così - accusa -. Questi sono drammi annunciati, vivendo in queste condizioni…”. La Caritas quest’anno ha cambiato modalità di intervento. “Stiamo facendo sportello mobile, giriamo baracca per baracca facendo ascolto e invitandoli poi a venire alla sede di San Severo. Ne verranno tra 5 e 10 ogni settimana, I problemi sono sempre gli stessi, la regolarizzazione che tarda, il permesso di soggiorno, problemi sanitari”. Ricorda che “ora arriveranno 28 milioni del Pnrr destinati al superamento dei ghetti. I sindaci si dovranno mettere attorno a un tavolo per realizzare progetti e svuotare finalmente questi luoghi. Perché per ora c’è stata solo l’asfaltatura della strada”.
Nel ghetto foggiano di Torretta Antonacci vivono 1.500 persone - Flai-Cgil
Di vita “in condizioni disumane e inaccettabili” che richiede “l’intervento di istituzioni e politica per dare una risposta ferma e risolutiva a questo fenomeno” parla il segretario generale della Fai Cisl, Onofrio Rota. Aggiungendo che “in questi giorni stiamo incontrando deputati e senatori per sottoporre il testo di una mozione che abbiamo denominato “Mai più ghetti” con l'auspicio che se ne facciano promotori presentandola alle Camere e avviandone il relativo iter parlamentare. Un’azione necessaria - continua il sindacalista dei braccianti - per impegnare il Governo verso iniziative concrete con cui garantire dignità, sicurezza, legalità, monitorare costantemente gli insediamenti presenti nel territorio nazionale, ripensare le politiche migratorie, la gestione dell’accoglienza e delle necessità abitative”.
E i segretari generali di Cgil Puglia e Cgil Foggia, Pino Gesmundo e Maurizio Carmeno, e i segretari generali di Flai Puglia e Flai Foggia, Antonio Gagliardi e Daniele Iacovelli, intervengono sui fondi del Pnrr. “Occorre mettere a punto i progetti, utilizzando nel migliore dei modi le risorse assegnate” che ammontano a “oltre 100 milioni per tutta la provincia di Foggia, 28 dei quali destinati al Comune di San Severo per l’insediamento di Torretta Antonacci. Siamo stati convocati il 5 luglio dalla Regione Puglia ma intanto sono passati tre mesi dall’emanazione della misura deliberata dal ministero del Lavoro e a nostro avviso occorre un’accelerata: la Regione convochi i comuni interessati, assuma il ruolo di governance e di supporto agli Enti locali, anche progettuale se necessario, lavorando a soluzioni abitative dignitose: basta accampamenti e container”.