Raffaele Fitto, Noi con l'Italia (Ansa)
È molto importante che il capo dello Stato abbia dedicato un passaggio centrale del discorso ai giovani. Noi vogliamo raccogliere questa sfida. Da troppo tempo, assistiamo a una contraddizione bizzarra. Nella vita privata, le famiglie fanno il possibile per assicurare ai figli le opportunità migliori: nello studio, nella formazione, nello sport. Poi, però, quando si passa alla politica, un po’ tutti finiscono per accettare scelte-killer ai danni delle future generazioni. Le quali (per definizione) non possono votare né scioperare né andare nei talk-show, non sono un "soggetto elettorale", e quindi vengono colpevolmente dimenticate.
È il momento di invertire la rotta. Faccio due esempi. Il primo. Da anni si opera (anche troppo) sulle pensioni. E ci si preoccupa di tutti, tranne che dei ragazzi, che rischiano di andar in pensione tardissimo e con trattamenti inaccettabilmente bassi. È l’ora di rompere un tabù, di cercare risposte innovative e di mercato, mettendo in discussione il monopolio Inps, e consentendo una maggiore possibilità di scelta su dove destinare i propri contributi, incoraggiando dal punto di vista fiscale la scelta lungimirante di chi punta anche su un trattamento integrativo.
Il secondo. Non è più il momento dei bonus transitori e delle mancette. Il vero "Jobs act" da immaginare è una detassazione stabile delle nuove assunzioni. Costa? Vero: e va finanziata con corrispondenti tagli a sprechi e spesa pubblica eccessiva e improduttiva. Si può e si deve fare.