Il leader di Italia Viva in Senato
Ha chiesto ed ottenuto che sul finanziamento pubblico ai partiti e sull'inchiesta fiorentina relativa alla fondazione Open ci fosse un dibattito in Aula. E oggi il leader di Italia Viva Matteo Renzi in Senato ha attaccato duramente i pm toscani e ribadito la necessità che sul finanziamento ai partiti dei privati ci sia massima trasparenza e proseguendo sulla linea dell'abolizione del finanziamento pubblico (il provvedimento venne approvato sotto l'esecutivo guidato da Enrico Letta quando Renzi era segretario del Pd). «È da Stato etico sostenere che tutto possa essere totalmente privo di limite - l'esordio definendo una retata quella effettuata all'alba dai finanzieri - Chi dice che la privacy vale solo per qualcuno e non per altri, abbia il coraggio di dire che siamo alla barbarie». Nella vicenda legata alla Fondazione Open, aggiunge infatti, c'è stata «una violazione sistematica del segreto d'ufficio sulle vicende personali del sottoscritto», aggiungendo che «non è uno stato di diritto questo, siamo alla barbarie».
Poi tornando sul finanziamento dei privati alla Fondazione Open, Renzi ricorda che non si parla di denaro nascosto o illecito, «ma di contributi regolarmente registrati, bonificati, trasparenti. Questa fondazione aveva il bilancio totalmente pubblico». Questi contributi regolari sono stati improvvisamente trasformati in contributi potenzialmente irregolari, perché «si è deciso che quella fondazione non era una fondazione e ma un partito. La magistratura ha deciso autonomamente non cosa è finanziamento illecito, ma ha preteso di decidere cosa è partito e cosa no». Infine cita Aldo Moro su caso Lockeed: «Non ci faremo processare nelle piazze».
Poco prima in Aula era intervenuto il senatore dem Luigi Zanda ammettendo che «non sono mancati in passato gli errori e le malefatte di alcuni che hanno fatto danni», ma aggiungendo che un sistema di finanziamento pubblico dei partiti «è necessario per garantire loro autonomia dai grandi poteri economici». Dal fronte M5s invece arriva la richiesta di una commissione d'inchiesta sui finanziamenti pubblici. «Facciamola questa commissione di inchiesta...», dice Primo Di Nicola, senatore M5S, a Palazzo Madama. «Ben venga finalmente, vogliamo una politica assolutamente pulita», prosegue. Nel dibattito è intervenuto anche il senatore di +Europa Emma Bonino che ha premesso, riguardo alla vicenda della Fondazione Open, che i processi si fanno in tribunale. Poi entrando più nel dettaglio del tema finanziamento dei partiti ha precisato che «La buon politica è un valore e come tale costa, non è gratis». Oggi i tempi sono cambiati, spiega, ma rimane il fatto che «se pensiamo che solo i partiti hanno il compito di promuovere la partecipazione democratica stiamo sbagliando, perché anche i movimenti, i gruppi, le associazioni devono disporre di servizi per portare avanti loro idee».