Il premier Mario Monti e il viceministro dell'Economia, Vittorio Grilli, sono a Bruxelles per partecipare al Consiglio annuale dei governatori della Banca europea per gli investimenti (Bei), dove si potrebbe parlare anche della ricapitalizzazione dello stesso istituto di credito. L'incontro, a porte chiuse, dovrebbe durare circa un'ora. Alle 9.30 è infatti previsto il de-briefing, la spiegazione di quanto avvenuto ieri in sede di Eurogruppo agli altri ministri dell'Economia e delle Finanze dei Paesi non-Euro. Alle 10.30 previsto quindi l'inizio dei lavori dell'Ecofin. Al primo punto dell'ordine del giorno la discussione dei nuovi requisiti di capitale per le banche previsti da "Basilea 3", l'insieme delle nuove regole per la gestione delle attività a rischio del sistema bancario.
MERKEL: NON CAMBIO POLITICAL'escamotage retorico è stato quello di non farne una proclamazione solenne.
Angela Merkel ha inserito l'ammissione della sua sconfitta riferendo dell'incontro con il perdente Norbert Roettgen, al suo fianco, e ci è passata sopra con la sua naturale pacatezza: "Abbiamo detto che ieri è stato un giorno amaro e che si è trattato di una sconfitta dolorosa", ha spiegato a Berlino in conferenza stampa. E dunque, si sente indebolita in Europa? La cancelliera tira dritto per la sua strada: "Il lavoro in Europa non è toccato da questo voto". Francois Hollande, atteso a Berlino, l'uomo al quale tutti pensano in queste ore, lo tira in ballo lei stessa. "È stato già detto - ha aggiunto infatti, come per mostrare ancora una volta la nuova recente formulazione della posizione tedesca - crescita e disciplina di bilancio non sono in contraddizione. Oggi incontrerò Hollande e discuteremo anche di questo".Un passaggio interessante viene però riservato alla Grecia, tema dolente sul quale la cancelliera torna durante la giornata: Atene non è finita dove si trova a causa del risparmio, ha detto la cancelliera, aggiugendo: "Credo che per la Grecia sia meglio restare nell'eurozona. La solidarietà finisce se Atene dice 'non rispetteremo gli impegni'. Ma non credo che questo accadrà". Il destino greco è al centro dei suoi pensieri: la Merkel ha anche reagito a qualche accusa piovuta dall'opposizione, evidentemente non digerita: "Il populismo di destra può anche nascere quando non si risparmia", ha detto reagendo evidentemente a Sigmar Gabriel. Insomma l'umore non è frizzante, dopo la storica debacle registrata dalla stampa globale, ma Merkel regge alla batosta e fa dei distinguo, riconoscendo peraltro il valore dell'avversaria Hannelore Kraft, per ridimensionare il successo del partito di opposizione che ambisce a governare Berlino, stavolta, senza di lei. L'Spd ha avuto "una chiara vittoria", anche per il sost egno alla sua candidata, ha sottolineato. E i risultati dei socialdemocratici in Nordereno Westfalia sono "diversi" da quelli che il partito di opposizione ottiene a livello federale. Quindi, è l'implicita conclusione, la partita é aperta. Alla federali del 2013 guarda "con serenita", risponde a chi lo chiede, esplicitamente. E' una giornata di quelle effettivamente difficili per la Bundeskanzlerin. La "disastrosa sconfitta" - così registrata da Bild, ad esempio - arriva alla vigilia dell'atteso incontro con il nuovo presidente francese, boicottato durante la campagna elettorale per sostenere Nicolas Sarkozy. L'uomo normale - qualità che non è estranea alla cancelliera che fa la spesa al supermercato - che ha conquistato però Parigi, e non solo, attaccando il suo patto di bilancio, e promettendo la crescita. La cancelliera è sempre più sola in Europa: mentre volano gli spread e la tensione sociale cresce. Come è stato evidente domenica scorsa, quando francesi, greci e italiani hanno mandato segnali chiari contro la linea del rigore. E ora sembra perdere terreno - "si muove sotto i suoi piedi" ha scritto oggi certa stampa tedesca, titolando "la cancelliera trema" - anche nella sua Germania. Da Duesseldorf, insomma, il segnale a Berlino è arrivato. Ma Frau Merkel, per ora, tiene.
JUNCKER, VOGLIAMO CHE GRECIA RESTI IN EURO"Vogliamo mantenere la Grecia nell'euro e faremo tutto il possibile perché ciò accada". Lo ha detto il presidente dell'Eurogruppo,
Jean Claude Juncker, spiegando, al termine della riunione, che "nessuno è contro questa posizione". È "arrivato il momento" di avere un "dibattito sostanziale" sulla crescita. La discussione, ha poi aggiunto Juncker, si svilupperà nelle prossime settimane. È un "non senso", è "propaganda": così il presidente dell'Eurogruppo Jean Claude Juncker, alla fine della riunione svoltasi a Bruxelles, si è espresso contro "questo modo di provocare i greci" con l'ipotesi di un'uscita di Atene dall'euro. "Non mi piace questo modo di trattare la Grecia con continue minacce".
ATENE PUNTA AL GOVERNO TECNICO"Adesso puntiamo a fare un governo di tecnocrati": lo ha detto questa sera il leader del pasok,
Evangelos Venizelos. Venizelos ha quindi reso noto che domani (15 maggio) il capo dello Stato, Karolos Papoulias, presiederà una riunione con i leader di tutti i partiti eletti in Parlamento - con l'esclusione di Alba Dorata (estrema destra) per prendere in esame appunto l'ipotesi di formare un governo di personalità non politiche..Fonti del partito Nea Dimocratia hanno dichiarato stasera al canale Tv Mega che i colloqui tra il presidente Papoulias e i leader dei partti politici riprenderano "su nuove basi, ovvero dal dato di fatto ormai certo che Syriza non farà parte del governo". Ad Atene, intanto, cominciano a circolare voci insistenti secondo cui il prossimo sarà un governo di tecnici con l'appoggio parlamentare di Nea Dimocratia, Pasok e Sinistra Democratica che in tutto hanno 168 seggi.