giovedì 26 agosto 2021
È morto il papà adottivo che era andato in India a fine aprile, sfidando la variante Delta, per recuperare la sua piccola e che poi era risultato contagiato. La moglie: «Ha donato la sua vita per noi»
Enzo insieme a sua moglie Simonetta e alla piccola Mariam

Enzo insieme a sua moglie Simonetta e alla piccola Mariam - Ansa

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«Non è possibile una famiglia senza il sogno» diceva papa Francesco ai genitori riuniti al Mall of Asia Arena, in uno dei momenti più commoventi del suo primo viaggio apostolico nelle Filippine. E ricordava loro la figura di san Giuseppe, spesso descritto nel Vangelo mentre dorme e sogna il futuro di Maria e del piccolo Gesù. Enzo Galli era così: uno che sognava il futuro, uno che sognava i figli e la famiglia. Il suo nome è nella lista di quelli – sono poche centinaia ormai ogni anno – che chiamiamo genitori adottivi: padri e madri che affrontano la più lunga e la più difficile delle attese per avere un figlio. Combattono con la burocrazia, con le lungaggini di un sistema ancora troppo poco oliato nelle sue procedure istituzionali, con le difficoltà economiche e con quelle psicologiche legate a una scelta così coraggiosa. Da un anno e passa, ormai, combattono anche contro il Covid. L’epidemia ha chiuso le porte e i confini del mondo, ha interrotto percorsi durati anni quando proprio si stavano per concludere col viaggio e l’abbraccio – finalmente – coi bimbi.

A Enzo e sua moglie Simonetta è successo proprio questo: hanno visto sfumare, all’ultimo miglio, il sogno di una figlia dall’India. Ma non hanno smesso di lottare: a fine aprile, nonostante tutto e tutti (per i due, poco più che quarantenni, la campagna vaccinale all’epoca non era stata ancora aperta), hanno deciso di partire da Firenze alla volta di Mumbay per andarsela a prendere, la loro Mariam. Sono arrivati laggiù mentre il Covid della furiosa variante Delta imperversava. E hanno rischiato, sì, per quel sogno: hanno viaggiato e incontrato persone finché alla fine sono arrivati dalla loro piccola, l’hanno stretta e le hanno detto "adesso andiamo a casa". Il virus ha bussato alla loro porta all’imbarco: Simonetta risulta positiva al Covid, la famiglia resta bloccata nel Paese. Partono gli appelli, finché grazie a una raccolta fondi organizzata da parenti, amici e conoscenti, per la famiglia viene organizzato un volo sanitario. All’arrivo anche Enzo, però, non si sente bene: risulta positivo, viene ricoverato con la moglie, mentre la piccola Mariam finisce in quarantena al Meyer. Non è il sogno che avevano fatto, anzi, ma lui vuole continuare a guardare avanti: persino quando gli mettono il casco, lo ricoverano in sub-intensiva e – mentre Simonetta e Mariam tornano finalmente a casa – lui si aggrava ancora e ancora, quasi non respira più.

Un selfie scattato da Enzo all'ospedale

Un selfie scattato da Enzo all'ospedale - Ansa

L’ultimo messaggio, il 29 maggio: «Mi intubano, ora ti saluto. Amore da domani non parleremo più. Mi affido totalmente alla volontà di Dio e alle decisioni che prenderete. Vi amo tanto. Stai sicura che Dio è più grande». Al Covid, Enzo, non era più positivo da un paio di settimane, «ma era debole – ha trovato la forza di spiegare Simonetta –. È arrivato in ospedale non soltanto positivo, ma anche con due setticemie, batteri presi quando siamo stati per un giorno in ospedale in India. Ha lottato per noi, per riportarci a casa. Ha donato la sua vita». I funerali saranno celebrati oggi alla Chiesa di San Lorenzo a Campi Bisenzio, dove abitavano. Alla camera ardente Mariam non c’è: aspetta mamma a casa. A costruire il futuro sognato da papà Enzo ci sono loro.

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