Il premier Mario Draghi - Ansa
Ore 20:15 - Il titolare della Farnesina Luigi Di Maio interviene al termine del comitato politico strategico a Palazzo Chigi, spiegando che «domani ci saranno una serie di provvedimenti che agevoleranno una serie di decisioni che dovremo prendere sia in ambito multilaterale sia in ambito bilaterale. Quello che verrà fuori dal Consiglio europeo e quello che approveremo anche domani in Cdm - continua il ministro degli Esteri - sarà l'ennesima dimostrazione che chi ha provato a dividerci ci vedrà ancora più uniti».
Ore 20:00 - Il ministro della Difesa, Lorenzo Guerini, fa sapere che «l'Italia sostiene pienamente le decisioni assunte dalla Nato e parteciperà alle misure di rafforzamento della deterrenza che l'Alleanza Atlantica ha previsto. Abbiamo dato la nostra disponibilità - spiega Guerini - a incrementare ed estendere la nostra presenza nei dispositivi a cui già partecipiamo sul fianco est. Così come abbiamo assicurato la nostra disponibilità a partecipare con i nostri contingenti in ulteriori missioni di rassicurazione e deterrenza sul fianco sud est, che saranno eventualmente previste dall'Alleanza».
Ore 17:30 - Si è concluso pochi minuti fa il Consiglio supremo di Difesa sull'Ucraina convocato dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Dal Quirinale, stando a quanto si legge nel comunicato diffuso al termine della riunione, arriva una «ferma condanna per un'aggressione militare ingiustificata». L'Italia chiede «l'immediata cessazione delle ostilità e il ritiro delle forze russe fuori dai confini internazionalmente riconosciuti come ucraini», oltre «all'imposizione di misure severe» nei confronti di Mosca coordinate con gli alleati europei. Nel frattempo il leader del M5s, Giuseppe Conte, ha convocato un'assemblea dei pentastellati alle 17 per discutere la linea del movimento sull'Ucraina.
Ore 16:30 - Le forze politiche commentano l'eventualità di imporre sanzioni alla Russia. Per Antonio Tajani, coordinatore di Forza Italia, «sono indispensabili ma devono essere mirate affinché la Russia si fermi, se sono sanzioni che si ritorcono contro l'Occidente non servono a granché. È una partita molto difficile - continua - molto dipende da come l'Occidente sarà capace di restare unito». Il leader di Azione, Carlo Calenda, invoca invece «misure in grado di mettere davvero la Russia in un angolo». Nel frattempo, il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, giunto tra i manifestanti del presidio organizzato dal Pd davanti all'ambasciata russa, ha invitato «tutte le romane e i romani a partecipare domani alla grande fiaccolata che andrà dal Campidoglio al Colosseo con i colori dell'Ucraina», per far «sentire la voce della pace e la voce dell'unità. Roma - ha aggiunto il primo cittadino - è con il popolo ucraino».
Ore 15:30 - Il premier Draghi fa sapere che martedì prossimo la Camere riceveranno comunicazioni sulla crisi in Ucraina. a seguito dei suoi interventi (alle 10 in Senato e alle 15:30 a Montecitorio), verranno messe al voto le relative risoluzioni.
Ore 14:30 - Adolfo Urso, presidente del Copasir, comunica in una nota in una nota che l'organismo di controllo parlamentare sui servizi segreti ha audito questa mattina il prefetto Franco Gabrielli «in merito all'attacco militare russo. Il sottosegretario ha aggiornato tempestivamente il Comitato sulla riunione del Cisr - si legge nel comunicato - e sugli intendimenti del governo per fronteggiare la gravissima situazione, insieme ai partner europei e agli alleati atlantici, e sulle ricadute sulla nostra sicurezza nazionale, con particolare riferimento al tema dell'approvvigionamento energetico, la sicurezza cybernetica, i riflessi sui flussi migratori e l'impatto sullo scenario internazionale». Intanto il leader di Italia Viva, Matteo Renzi, ha fatto sapere di essersi dimesso dal board di Delimobil, la maggiore azienda russa di servizi di car-sharing».
Ore 13:30 - Nel corso della conferenza stampa a seguito del cdm convocato d'urgenza, il premier Mario Draghi comunica la posizione ufficiale dell'Italia in merito all'invasione russa in Ucraina. «Solidarietà al popolo ucraino. L'Ucraina è un Paese Ue, una nazione amica e una democrazia colpita nella legittima sovranità - ha detto il capo dell'esecutivo -.Putin metta fine allo spargimento di sangue. Ogni forma di dialogo deve essere sincera e utile, ma le azioni della Russia dimostrano che il dialogo è impossibile». Draghi affronta anche il tema delle sanzioni: «Questo pomeriggio avremo una consultazione dei G7, alla quale parteciperà anche il Segretario Generale della NATO Stoltenberg e al termine della quale mi recherò a Bruxelles per un Consiglio Europeo straordinario. In quella sede, decideremo un pacchetto di sanzioni molto dure nei confronti della Russia. Avevamo ribadito in tutte le sedi di essere pronti a imporre conseguenze severe nel caso la Russia, come è purtroppo accaduto, avesse respinto i nostri tentativi di risolvere la crisi per via politica. Questo è il momento di metterle in campo. L'Italia è pienamente allineata ai partner su questa posizione».
L'Italia contribuirà inoltre al dispiegamento militare della Nato nei Paesi vicini al conflitto: «In queste ore ho sentito i partner europei, a partire dal Presidente francese Emmanuel Macron, dal Cancelliere tedesco Olaf Scholz e dalla presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen. Con gli Alleati della Nato - ha continuato il premier - ci stiamo coordinando per potenziare immediatamente le misure di sicurezza sul fianco Est dell’Alleanza e stiamo rafforzando il nostro già rilevante contributo allo spiegamento militare in tutti i Paesi Alleati più direttamente esposti. Domani ci sarà anche una riunione straordinaria dei leader della Nato». Nel frattempo l'ambasciata italiana a Kiev resterà «aperta, pienamente operativa» e manterrà «i rapporti con le autorità ucraine, in stretto coordinamento con le altre ambasciate».
Le reazioni politiche dopo l'attacco nella notte
«Il governo italiano condanna l’attacco della Russia all’Ucraina. È ingiustificato e ingiustificabile. L’Italia è vicina al popolo e alle istituzioni ucraine in questo momento drammatico. Siamo al lavoro con gli alleati europei e della Nato per rispondere immediatamente, con unità e determinazione». Alle 7.14 Palazzo Chigi rende pubblica la posizione, dura, di Mario Draghi, che sembra lasciare ormai pochi margini alla diplomazia. Aanche il ministro degli Esteri Luigi Di Maio rilascia una dichiarazione con toni analoghi: «L'operazione militare russa è una gravissima e ingiustificata aggressione, non provocata, ai danni dell'Ucraina, che l'Italia condanna con fermezza. Una violazione del diritto internazionale. L'Italia è al fianco del popolo ucraino, insieme ai partner Ue e atlantici». A stretto giro di posta, poi, il capo dello Stato Sergio Mattarella compie l'atto che formalizza definitivamente la gravità della situazione: la convocazione, alle 16.30, del Consiglio supremo di difesa.
Dopo i fatti della notte, dunque, il governo italiano chiede una reazione veloce dell'alleanza atlantica. E chiede ai partiti di maggioranza di superare i distinguo degli ultimi giorni. Sulla linea dura non c'è bisogno di convincere il segretario del Pd, Enrico Letta, che su Radio uno e sui social conferma: «L'Italia deve condannare senza ambiguità l’attacco all’Ucraina e, insieme agli alleati, reagire a questa sfida senza precedenti ai principi di libertà e democrazia in Europa. I comodi terzismi sono stati spenti dalle bombe di Putin; ora è o di qua o di là». Il segretario dem oggi alle 16 sarà dinanzi all'ambasciata russa a Roma per protestare. Si tratta di un messaggio a Matteo Salvini, il leader di maggioranza che sinora ha fatto più fatica a riconoscere le responsabilità di Vladimir Putin nel conflitto. Il capo della Lega, però, dopo aver letto la nota di Draghi, afferma: «La Lega condanna con fermezza ogni aggressione militare, l'auspicio è l'immediato stop alle violenze. Sostegno a Draghi per una risposta comune degli alleati». Troppo poco, secondo Letta, che chiede al capo del Carroccio una condanna esplicita di Putin e ricorda a Salvini: «Portavi il suo nome sulle magliette». Passa un'oretta e il capo della Lega replica: «Chi fa polemica anche in ore così drammatiche è davvero uomo da poco».
Il leader leghista intanto annuncio il rientro dei parlamentari alle riunioni del Copasir (organismo parlamentare abbandonato per protesta nei mesi scorsi) e una riunione della segreteria del partito per definire la linea politica. Mentre a dare una indicazione sulla ricollocazione del Carroccio sono gli europarlamentari Zanni e Campomenosi: «Ferma condanna dell'aggressione militare russa all'Ucraina, la guerra non è mai la soluzione. Piena solidarietà al popolo ucraino, ora l'Occidente reagisca compatto. L'obiettivo deve essere una risposta ferma e la fine immediata delle ostilità: le armi devono lasciare posto alla diplomazia».
Il riallineamento alla posizione di Draghi e Di Maio è in corso anche dentro M5s, con il presidente Giuseppe Conte che sui social esprime «ferma condanna per l'attacco russo che precipita la situazione e allontana ogni soluzione diplomatica. Confidiamo in una risposta comune europea e nel contributo che l'Italia può dare. Il mio pensiero va alla popolazione civile, per la quale sono profondamente preoccupato».
Insomma le fratture nella maggioranza non si ricompongono nemmeno in un momento di difficoltà così acuto. Intanto salta la presenza in Cdm del ministro degli Esteri francese, Le Drian, che avrebbe dovuto partecipare ai lavori del governo italiano in base agli accordi di gemellaggio previsti nel Trattato del Quirinale siglato da Roma e Parigi. L'intera agenda del governo e di Draghi subisce un netto cambiamento, in realtà: nel pomeriggio il premier parteciperà al G7 in videoconferenza, poi al Consiglio supremo di difesa, in serata alle 20 al Consiglio Ue straordinario, fissato in presenza a Bruxelles. Si lavora inoltre ad una informativa del premier alla Camera e al Senato: domani, come passo intermedio, Draghi incontrerà separatamente i capigruppo di Camera e Senato. Mentre già stamattina il premier ha riunito il Comitato interministeriale per la sicurezza della Repubblica, il Cisr.
Sul fronte delle opposizioni, Fratelli d'Italia pubblica una nota del capogruppo alla Camera, Francesco Lollobrigida, che sembra voler dissipare i dubbi sulla posizione della leader Giorgia Meloni: «Fratelli d'Italia - dice Lollobrigida - ha espresso anche in Parlamento la ferma condanna delle azioni militari della Russia guidata da Vladimir Putin in Ucraina. Da giorni chiedevamo la presenza del presidente Draghi per un confronto parlamentare su quello che stava accadendo e quali azioni l'Italia dovesse intraprendere sul piano nazionale ed internazionale. Fratelli d'Italia è un partito patriottico e non farà prevalere atteggiamenti polemici in questo momento, avremo tempo e modo di discutere dei gravi errori e delle responsabilità dell'Europa e nell'Europa dei governi italiani che si sono succeduti e che hanno portato a una debolezza evidente. Oggi però facciamo fronte comune con gli alleati del Patto Atlantico per arginare in ogni modo possibili velleità imperialiste della Russia».