mercoledì 22 febbraio 2023
La denuncia dell’agenzia promossa dall’unione ciechi e ipovedenti. Niente più sconto in fattura anche per il bonus 75% su scivoli, montascale e ascensori. «Era una bella leva, ora tutto più difficile»
Disabili, famiglie in rivolta per i vincoli al superamento delle barriere
COMMENTA E CONDIVIDI

La scure del decreto sui bonus cala anche sui disabili e le loro famiglie. Il provvedimento del governo Meloni ha infatti previsto la fine della cessione del credito, e dello sconto in fattura anche per il bonus al 75% per gli interventi finalizzati al superamento e all’eliminazione di barriere architettoniche. La denuncia arriva da Iura, l’Agenzia per i diritti delle persone con disabilità, promossa dall’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti, e che vede l’adesione di altre associazioni del mondo dell’handicap.

Una gran brutta notizia per chi già fatica alla ricerca di una vita più normale possibile e che oltretutto colpisce uno sgravio che era già molto più basso degli altri. « Edifici belli fuori, ma “marci” dentro », si sfoga Carlo Giacobini, direttore generale di Iura. Che poi entra nel merito della questione: «La cessione del credito e lo sconto in fattura anche per gli interventi di eliminazione di barriere erano stati giustamente salutati, pur con le limitazioni fissate, come una significativa opportunità per chi non è in grado di anticiparne tutti i costi e per quello che è un vero ostacolo per tante persone anziane o con disabilità: rendere accessibili le parti comuni dei condomini avendo più margini per vincere le resistenze dei coinquilini».

Ora, spiega, «sarà possibile solo la detrazione fiscale del 75% in cinque quote annuali, a condizione che il contribuente abbia già sostenuto la spesa e sempre che ne abbia la disponibilità economica immediata». E non si tratta sempre di cifre basse. Gli interventi di abbattimento delle barriere architettoniche sono, ad esempio, scivoli e corrimano, ma anche montascale e ascensori adatti alle carrozzine. L’opportunità era stata prevista dalla legge di Bilancio per il 2022 (articolo 1, comma 42, lettera a), la legge n. 234. Veniva introdotta allora, pur temporaneamente, la possibilità di detrarre le spese documentate sostenute dall’1 gennaio 2022 al 31 dicembre 2022 per la realizzazione di interventi direttamente finalizzati al superamento e all’eliminazione di barriere architettoniche in edifici già esistenti.

Non, quindi, quelli di nuova realizzazione. Il termine del 31 dicembre 2022 è stato poi posticipato al 31 dicembre 2025 dalla manovra per il 2023 (articolo 1, comma 365, lettera a). « Era davvero una bella leva, che veniva incontro alle difficoltà di tante persone e famiglie - ricorda Giacobini -, ma l’Agenzia delle Entrate non ha fatto molto informazione né ha spiegato bene questa importante opportunità».

Che, oltretutto, oltre a prevedere solo il 75% invece del 110%, aveva anche dei limiti di spesa ammessa alle detrazione, che sono ancora validi: 50mila euro per gli edifici unifamiliari o per le unità immobiliari situate all’interno di edifici plurifamiliari che siano funzionalmente indipendenti e dispongano di uno o più accessi autonomi dall’esterno; 40mila euro moltiplicati per il numero delle unità immobiliari che compongono l’edificio per gli edifici composti da due a otto unità immobiliari; 30mila euro moltiplicati per il numero delle unità immobiliari che compongono l’edificio per gli edifici composti da più di otto unità immobiliari. Ora, però, con lo stop alla cessione dei crediti e allo sconto in fattura tutto diventa più oneroso, soprattutto per chi già vive in difficoltà. E rischia di ulteriormente emarginarli.

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: