Un'immagine postata sull'account twitter della Mezzaluna Rossa
I corpi di 74 migranti, tra cui quelli di tre donne, sono stati trovati sulla costa occidentale libica tra ieri e oggi, nella zona di Al Harsha a Zawiya, 45 chilometri a ovest di Tripoli. Lo ha riferito il portavoce della Mezzaluna rossa libica, Mohamed Misrati, che ha aggiunto che è stata rinvenuta un'imbarcazione in grado di portare oltre cento persone. Non è escluso quindi che il mare possa restituire altri i corpi di altre vittime di questo nuovo naufragio.
"È stata trovata una imbarcazione", ha confermato il portavoce, aggiungendo che dunque "c'è la possibilità che" in mare "vi siano altri corpi, in quanto l'imbarcazione poteva accogliere tra 100 e 120 migranti".
Dall'aspetto, le vittime sembrano essere di "diverse nazionalità africane". I corpi sono stati restituiti dal mare sulle coste della città.
La conferma è arrivata dalla Federazione internazionale della Croce Rossa e della Mezzaluna rossa, che sul proprio account twitter ha pubblicato le foto di decine di sacchi neri e bianchi, allineati sulla spiaggia, sotto l'hastag #StopIndifference.
Ma i contorni di questa nuova tragedia diventano inquietanti a leggere i resoconti del Libya Observer, che nei giorni scorsi ha dato notizia del ritrovamento dei corpi di altre 45 persone su una spiaggia poche decine di chilometri più a ovest: secondo il sito, i migranti sarebbero annegati dopo che i trafficanti di uomini li avrebbero intercettati in mare, rubando il motore del gommone su cui viaggiavano,
Sei anni dopo la caduta di Gheddafi, la Libia è diventata un hub per l'immigrazione clandestina. I trafficanti organizzano le partenze di solito dalla parte occidentale del Paese che dista solo 300 chilometri dalle coste italiane, approfittando del caos e dell'assenza di un esercito e di una forza di polizia. Varie le milizie che agiscono da guardia costiera ma spesso sono accusate di complicità e sono
coinvolte nella tratta.