«Bene, è un inizio, è importante non fermarsi qui». Gianluigi De Palo, presidente del Forum delle Associazioni familiari, tira un sospiro di sollievo dopo aver letto inizialmente con preoccupazione l’assenza di indicazioni verso una riforma fiscale strutturale nella manovra 2017. «Ho parlato con il ministro Costa, che ci ha assicurato che i 600 milioni sono l’inizio di un percorso organico che arriverà nel 2018, nell’ambito della riforma dell’Irpef, ad affrontare l’applicazione del Fattore Famiglia». Per contrastare l’inverno demografico, infatti, non sono sufficienti le misure come i bonus. «Vogliamo un fisco che tenga conto dei carichi familiari: numero dei figli, anziani a carico, disabili a casa...». Nella legge di bilancio licenziata ieri due misure nuove: il 'buono nido' fino a mille euro annui per asili statali e non statali; e il premio 'Mamme domani', 800 euro dati prima del parto. Oltre alla conferma dell’assegno da 0 a 3 anni.
Quale la logica? Ben vengano premi, voucher, bonus. Ma hanno un senso se prima c’è stata una riforma complessiva. Diciamo che sono un surplus ri- spetto a un impegno serio per la famiglia. Ma questa riforma strutturale non c’è. Ora abbiamo assicurazioni che sarà fatta nel 2018, speriamo coinvolgendo sempre di più le famiglie. Queste misure inoltre non trasformano la situazione difficile che stiamo vivendo. Oggi una delle prime cause di povertà in Italia è mettere al mondo un figlio. Ora, non è che uno lo fa, perché ha incassato un bonus di 800 euro. Oltretutto i costi maggiori vengono sostenuti dai 6 anni in su. Infine, c’è un altro problema.
Quale? Questi bonus non sono facili da esigere. Spesso le famiglie nemmeno ne vengono a conoscenza.
Mentre con la riforma strutturale i soldi arriverebbero direttamente in tasca. La promessa del governo è di intervenire sull’Irpef del 2018. Sì, ma la demografia è inesorabile. Un anno produce danni incalcolabili. Poi, in un anno sono 100mila i giovani che vanno a realizzare i loro sogni lavorativi e familiari all’estero. E non possono aspettare. Tra poco si creerà un tremendo conflitto tra generazioni, se si pensa che lo Stato dà 7 miliardi alle pensioni e 600 milioni alle famiglie.
Tra gli interventi ce ne sono alcuni che vanno a rafforzare ambiti sensibili per la famiglia, come la scuola. Come giudica l’impegno per le materne paritarie? Bel segnale. Ottimo che Renzi ne abbia parlato come servizio pubblico, mentre tante volte si è fatta confusione. Anche qui, ben vengano risorse. Anche se sono una goccia nell’oceano.