I cinque anni a Palazzo San Giacomo non hanno per niente 'istituzionalizzato' Luigi De Magistris. E lo schema di gioco è offensivo, anche se ha un buon vantaggio da gestire e difendere. Domenica prossima, per lui, il tema è uno solo: «Ora bisogna scegliere tra il sindaco con le mani pulite e la solita partitocrazia in cui si annidano corruzione e malaffare. Tra il sindaco che ha tenuto Napoli alla larga dalla colossale questione morale nazionale e chi invece, pur classificandosi come 'civico', si fa accompagnare da quel centrodestra che questa terra ben conosce ».
Da una parte il bene, dall’altra il male? Così imposterà lo sprint finale? Lo voglio impostare sui fatti. In cinque anni abbiamo completamente cambiato la fotografia di Napoli. Abbiamo preso una città culturalmente depressa e sommersa di rifiuti. Oggi è la prima per crescita del turismo, ha abbassato l’evasione, paga i fornitori in 90 giorni, ha più asili nido, ha i conti in ordine, non ha consulenti esterni. È la vera capitale del Mediterraneo. E soprattutto è protagonista di un grande laboratorio di partecipazione civica. Tutto con le nostre forze. Senza ricevere un euro e lavorando in continua emergenza 18 ore al giorno.
Lettieri dice che lei usa Napoli come catapulta per la ribalta nazionale... Se Dio vuole governerò fino al 2021 e per i prossimi cinque anni non farò altro che pensare al bene dei napoletani. Ma non mi nascondo dietro un dito: all’amministrazione affiancheremo un progetto politico forte. Creeremo un movimento nazionale di liberazione del popolo.
Di cosa si tratta? Ne parlerò lunedì. Anticipo che Napoli città autonoma sarà un modello europeo per i popoli e i territori che vogliono autodeterminarsi contro oligarchie e tecnocrazie. Vogliamo costruire l’Europa partendo dal basso. E in Italia aggregheremo chi dice «no» a progetti centralisti e autoritari che il Paese ha già conosciuto.
Quindi lei si batterà per il «no» al referendum costituzionale? Ho già firmato per il «no». E la mia amministrazione è tutta schierata. Ci faremo sentire. Il punto di partenza è la difesa della Carta a partire dall’articolo 1: la sovranità appartiene al popolo.
Al ballottaggio lei pensa di avere il supporto di chi vuole aggregarsi al suo progetto politico? Io sono certo che la gran parte degli elettori e delle elettrici del Pd voterà per me. Idem i Cinque Stelle. Sono cittadini che non vogliono commistioni tra politica e imprenditoria. Ma le dirò di più: conto di conquistare tante persone anche nella destra e nel centrodestra, tutti coloro che sentono l’esigenza di affrancare Napoli da ogni potere precostituito. Con noi si vota un progetto di autonomia, non legato a un movimento rigido come M5S, un progetto che piace e che si estenderà ad altre città. È solo l’inizio e conto di recuperare, sulla base di queste idee, tanti astenuti.
Cosa direbbe a chi è tentato di cambiare sindaco dopo cinque anni? Direi loro che cambiare è molto pericoloso. Ora conosciamo la macchina, ab- biamo il timone ben saldo tra le mani e con i conti a posto possiamo garantire ciò che da sempre manca a questa città: l’ordinario.
Non si rimprovera nulla di questi cinque anni? Nessun errore? Abbiamo fatto sbagli, ma risalgono alla prima parte del mandato. Ho dovuto camsorato squadra. Ma negli ultimi due anni ci siamo consolidati e abbiamo coinvolto la città nel cambiamento.
Lettieri promette la sanatoria delle multe e meno tasse. Come risponde? Io non sono 'Cetto La Qualunque'. Le cose che dice Lettieri semplicemente non si possono fare, è aria. Cosa prometto io? Guardi, questa gente non si fa abbindolare. Posso solo dire che perfezioneremo il metodo: la concertazione e la partecipazione del popolo alle scelte.
Può prendere impegni per evitare che ci siano altre macchie sul voto? Io posso solo dire che personaggi opachi e di stampo camorristico che cercano di inquinare il voto con modi spiccioli non appartengono alla nostra coalizione. Domenica sera i napoletani dimostreranno di non essere in vendita. Ci tengo però a dire una cosa: ritengo tutti gli elettori onesti parte lesa di questa vicenda, anche quelli che non hanno votato per me. Napoli non merita ingiuste generalizzazioni. Il prefetto vigilerà. E poi paghi chi deve pagare.