Il presidente di Federmanager Stefano Cuzzilla - Archivio
«La tutela dei diritti delle persone con disabilità è una delle priorità del governo e deve diventare un impegno per tutte le aziende al fine di accrescere l’inclusione lavorativa, ottimizzare il talento e promuovere la cultura della solidarietà». Ne è convinto Stefano Cuzzilla, presidente di Federmanager.
Come spiega questo ritardo culturale nell’inclusione lavorativa dei disabili?
È più che mai necessario contrastare «la cultura dello scarto», come ha più volte ricordato papa Francesco, respingere cioè un’impostazione della vita in cui prevalga l’egoismo e si sacrifichi la diversità. Serve un cambio di passo, in Italia le persone con disabilità sono più di tre milioni: una grande risorsa che deve essere valorizzata per le sue peculiarità.
Cosa proponete per incentivare politiche aziendali che siano davvero capaci di includere la disabilità?
Secondo uno studio dell’osservatorio 4.Manager, che ha censito più di mille tra manager e consulenti che si occupano di sostenibilità, anche dal punto di vista sociale e alcuni con particolare attenzione alla diversity & inclusion, a oggi poco più della metà delle imprese in cui operano ha attivato azioni per promuovere e migliorare diversità, equità e inclusione. Per quanto riguarda, in particolare, le medie e grandi aziende, solo il 56% ha ben chiare le competenze necessarie a operare.
Nel Pnrr sono contenuti strumenti per agevolare le assunzioni di disabili?
L’attuazione degli obiettivi del Pnrr può rappresentare una pietra miliare nel percorso di una crescita progressiva del Paese, anche sulle questioni che riguardano la disabilità. Abbiamo apprezzato le parole del presidente Draghi, che recentemente ha confermato l’impegno del Piano sul tema: oltre sei miliardi di euro per le persone con disabilità. Il governo ha portato a casa tutti i 51 obiettivi del Pnrr che doveva raggiungere entro l’anno, abbiamo quindi grande fiducia nell’esecutivo e proseguiamo nel solco di una stretta collaborazione istituzionale, così come evidenziato nel nostro 'Patto della dirigenza', che ho presentato in occasione dell’assemblea nazionale della federazione.
Quali sono le competenze manageriali che occorrono per aiutare l’inclusione dei disabili nei posti di lavoro?
Innanzitutto, oltre a specifiche competenze tecniche, occorre grande attenzione alle soft skill, alla capacità di lavorare in un team che tragga forza dalle diversità e che sappia valorizzare appieno la disabilità. Siamo costantemente impegnati per la formazione dei profili manageriali del futuro, tema prioritario delle nostre attività. Attraverso Be-Manager, il nostro percorso di certificazione delle competenze manageriali, formiamo manager per la sostenibilità nel suo complesso, lavorando anche intensamente sull’acquisizione di competenze che incidano sulla sostenibilità sociale. Le aziende hanno sempre più bisogno di figure in grado di garantire una gestione dei processi organizzativi e di business che sappia rispondere alle sfide delineate dall’Agenda Onu 2030 e dagli impegni europei che l’Italia ha assunto.