Un ragazzo minorenne si vaccina contro il Covid, in vista dell' inizio dell'anno scolastico, all'interno dell'hub messo a disposizione dalla Ferrari a Fiorano, nel Modenese - Fotogramma
La Sicilia si avvia all’uscita dalla zona bianca mentre la Sardegna, dopo il nuovo aumento di ricoverati per Covid nei reparti di area medica, apre nuove degenze e trasferisce medici e pazienti. Con l’area gialla che incombe sulle due Isole, le regioni corrono ai ripari per scongiurare chiusure.
Secondo i dati aggiornati a ieri, le cifre peggiori arrivano dalla Sicilia, che ha sforato la soglia massima (15%) dei ricoveri ordinari Covid per restare in bianca: è al 17%, già oltre di 2 punti e al ritmo dell’aumento di un punto al giorno (ieri era al 16%), mentre sulle intensive ha raggiunto il limite fissato del 10%: in questo caso con l’eventuale superamento di entrambe le soglie e l’incidenza ben superiore al tetto dei 50 casi ogni 100mila abitanti, la zona gialla scatterebbe tassativamente.
Si avvicinano al rischio anche la Calabria (14% in area non critica, ma per fortuna al 7% per la rianimazione) e la Sardegna, rispettivamente a 10% (anche qui sale di un punto al giorno) e 9%. Sulle intensive è stabile il Lazio con il 7% ed in crescita Friuli Venezia Giulia (4%) e Piemonte (2%).
E in Sicilia, già alle prese con i numeri peggiori tra le regioni, c’è anche il «costante aumento dei tamponi antigenici acquistati dai cittadini nelle farmacie per uso personale ma dei quali non c’è tracciabilità», denuncia il segretario nazionale di Federfarma, Roberto Tobia, che aggiunge: «Cresce anche il numero dei positivi nei controlli effettuati direttamente nelle farmacie siciliane dal personale specializzato ma in questo caso chiunque viene poi "schedato" con le informazioni inserite in piattaforma. Il fai da te presenta un rischio alto, in pochi si autodenunciano in caso di positività».
Federfarma ha anche segnalato i troppi ritardi nel caricamento delle informazioni per i Green pass dei pazienti negativi al tampone nella regione: «La piattaforma si blocca ogni cinque minuti – riferisce –. Solo lunedì un paziente ha dovuto aspettare 4 ore, dalle 19.30 alle 23.30, prima di potere andare via. Così non va». Sono invece circa duemila le segnalazioni raccolte dal 10 agosto dall’Asl Bari da parte di cittadini che sono stati vaccinati contro il Covid ma non riescono a ottenere il Green Pass.
Ieri intanto sono stati 5.273 i casi di positivi al Coronavirus su 238.073, con il tasso di positività sceso al 2,2%. Un numero che fa ben sperare. Per gli esperti il plateau della curva di contagio è stato raggiunto intorno a Ferragosto ed ora comincia una lenta discesa. Ma le 54 vittime – lunedì erano 24 e il giorno prima 19 – riportano l’attenzione sulla necessità di avere dati più precisi sui pazienti deceduti per Covid: dall’età alle malattie pregresse e, soprattutto, se si tratti di pazienti che avevano ricevuto il vaccino oppure no.
I pazienti ricoverati in terapia intensiva per il Covid sono 423, in aumento di 19 unità rispetto al giorno prima nel saldo tra entrate e uscite. Gli ingressi giornalieri sono 49 (lunedì erano 32). I ricoverati con sintomi nei reparti ordinari sono 3.472, con un incremento di 138 persone. Dall’inizio della pandemia i casi sono 4.449.606, i morti 128.510. I dimessi e i guariti sono invece 4.191.980, con un incremento di 4.794, mentre gli attuali positivi salgono a 129.116 con un aumento di 420 casi nelle ultime 24 ore.