L'oggetto del desiderio o della contestazione, a seconda dei punti di vista - Fotogramma
In molte città italiane si sono svolte oggi proteste contro il green pass e l'obbligo vaccinale che di fatto ne consegue almeno per poter effettuare tutta una serie di attività. Dal mangiare nei ristoranti al chiuso all'accedere a un cinema. Composita l'appartenenza ideale dei partecipanti. Si va dai no vax storici a chi è non è contrario al vaccino ma si oppone al green pass, da chi raccoglie firme da presentare al Parlamento fino all'estrema destra che cerca di cavalcare lo scontento.
Intanto però si moltiplicano le richieste del certificato verde e anche le prenotazioni per la vaccinazione.
Chi dice no
Il corteo dei no green pass di Milano, che ha raccolto alcune migliaia di persone, ha sfilato per le strade del centro città con i manifestanti che hanno urlato "libertà, libertà" e con in testa lo striscione con la scritta "Fuori i Big Pharma dallo Stato. No alle multinazionali". Il corteo ha attraversato piazza Duomo e Galleria Vittorio Emanuele, per poi fermarsi in piazza Scala davanti alla sede del Comune dove i manifestanti hanno scandito insulti contro il presidente del Consiglio, Mario Draghi, In corteo si vedono stelle di David con la scritta "non vaccinati = ebrei" e dei cartelli con le svastiche che sono paragonate al green pass. La piazza è presidiata dalle forze dell'ordine in tenuta anti sommossa.
Al grido di "No al green pass" e "Libertà" decine di persone hanno manifestato in piazza del Popolo, al centro di Roma. I partecipanti, radunati sul lato della piazza, sventolano una grande bandiera tricolore. In pochi indossano le mascherine. L'iniziativa è stata lanciata sui social dal Movimento nazionale no green pass.
Al grido "Libertà" i partecipanti alla manifestazione contro il green pass si sono spostati al centro di piazza del Popolo. Accesi fumogeni rossi." Sono per la libertà vaccinale. Ma non può essere un'Italia per il passaporto sanitario - ha detto al megafono Giuliano Castellino, leader romano di Forza Nuova. Quella di oggi è una piazza di tutti - aggiunge- chiunque vuole venga qui a manifestare il proprio dissenso ". Mentre un altro manifestante urla: "Siamo stanchi di questa dittatura sanitaria. Dobbiamo fare fronte comune e fare un'unica resistenza"
Alcune centinaia di persone, senza mascherine e vicine tra loro, in piazza della Borsa a Trieste contro il Green pass e "il vaccino genetico sperimentale 'per viverè". L'iniziativa è promossa da Alister (Associazione per la libertà di scelta delle terapie mediche) e da 'Vivere o sopravviverè. Su un palco, allestito nel centro della piazza, si alternano interventi per ribadire il no alle misure introdotte dal governo. "Il Green pass non è giustificato da niente - afferma Walter Pansini, presidente di Alister Trieste - perché tutta l'architettura del Covid si poggia sull'analisi di un tampone che viene usato in modo non scientifico".
"Vergogna", "Assassini", "Non si toccano i bambini" sono tra i cori che si levano tra la folla, alternati a fischi. Alcuni manifestanti indossano al collo cartelli con su scritto "Cittadina italiana discriminata" o "Green pass uguale Apartheid". Sono stati esposti striscioni con lo slogan "No Green Pass", con la parola Green sostituita da Black.
A Torino alcune centinaia di torinesi contrari al green pass si sono messi in coda oggi al gazebo allestito nei giardini Cesare Balbo da ItaliaExit, il partito politico di Gianluigi Paragone, per raccogliere firme contro il provvedimento voluto dal premier Draghi. "Diamo voce - ha spiegato Ivano Ferra, candidato a sindaco di Torino per ItalExit - ad una fetta di società contraria a questo
tipo di obbligo discriminatorio e spaventata da cosa sta succedendo. Persone non tutte contrarie al vaccino, ma tutte contro il green pass. Chi vuole vaccinarsi lo deve poter fare e in sicurezza, ovvero non in capannoni tipo carro bestiame e chi non vuole deve avere la possibilità di di non farlo". "Speriamo - ha aggiunto Luciano Bosco, referente regionale del partito - di raccogliere entro un paio di mesi in Italia un milione di firme il nostro vuole essere un modo democratico e interlocutorio per intercettare e contenere una rabbia che sta crescendo nel paese. Speriamo che il governo e anche l'opposizione ci ascoltino. Per il bene di tutti".
In centro storico a Bolzano si è svolta nel pomeriggio una manifestazione contro il green pass, indetta sui social media con lo slogan "Fuer Demokratie" (per democrazia). Un migliaio di partecipanti hanno scandito in coro "libertà! liberta!". "No obbligo vaccinale, no green pass" si leggeva, tra l'altro, sui striscioni. Sul palco è intervenuta anche l'avv. Renate Holzeisen, legale di sanitari no vax in Alto Adige.
"Rivogliamo la nostra libertà, basta dittatura", "Voglio essere libera di scegliere", ma anche "Morirò pecora nera", sono alcuni degli slogan mostrati dai circa 200 manifestanti che verso le 17.30, si sono radunati in piazza Colombo a Sanremo per una manifestazione di protesta contro l'istituzione del green pass e l'obbligo, seppur indiretto, di vaccinazione.
Ma milioni dicono sì a green pass e vaccino
Intanto in tutta Italia è corsa al green pass ed è boom prenotazioni per il vaccino dopo il via libera al decreto che impone l'uso del green pass per entrare in ristoranti, bar, piscine, palestre, cinema e teatri: ieri oltre 150mila italiani si erano collegati ai portali regionali per prenotare la prima dose ed andare così ad aggiungersi entro il 6 agosto, data in cui scatterà l'obbligo, a quei 40 milioni di cittadini che hanno già scaricato il certificato.
La scelta del governo ha dunque prodotto l'effetto desiderato: incentivare la vaccinazione ed evitare di dover richiudere una serie di attività in piena estate a causa del nuovo aumento dei contagi dovuto alla diffusione della variante Delta che, come conferma l'ultimo monitoraggio, è ormai predominante in Italia.
Per il governo il green pass serve ad evitare «misure più diffuse e generalizzate» e negative per l'economia. Ora però il confronto, in attesa che la settimana prossima arrivino sul tavolo i temi della scuola, dei trasporti e del lavoro, si sposta ancora una volta sulle discoteche, con i ministri della Lega che chiedono un ripensamento, e soprattutto su chi debba fare i controlli. Il decreto prevede che «i titolari o i gestori dei servizi e delle attività» per le quali serve il certificato «sono tenuti a verificare che l'accesso ai predetti servizi avvenga nel rispetto delle prescrizioni». Le Regioni sono pronte a dar battaglia. «Non possiamo pensare - dice il presidente della Conferenza Massimiliano Fedriga - di mettere sulle spalle del barista o del ristoratore l'onere di fare il bodyguard, su questo lo Stato ci deve essere».