Un ragazzo si vaccina - Ansa
La Sicilia, per un soffio, resta zona bianca. I suoi numeri le consentono di non colorarsi di giallo, per un’altra settimana, anche se il Covid corre. Ma l’appuntamento sarà soltanto rimandato se il contagio non cesserà di diffondersi e se il senso di responsabilità non avrà la meglio sulla superficialità.
Le cifre offrono lo spaccato di una situazione molto difficile che porta a un record di casi giornalieri poco invidiabile. Nell’ultimo bollettino sono stati registrati 1.508 nuovi casi positivi al coronavirus in Sicilia, su 17.543 tamponi. Il tasso di positività è pari all’8,6%, quasi il triplo di quello nazionale. E sono state registrate altre dodici vittime (anche se la Regione ha nuovamente fatto sapere che il numero è oggetto di ricalcolo: 4 decessi riguardano i giorni scorsi, quando i numeri in ogni caso erano altrettanto allarmanti). Dall’inizio della pandemia sono 6.201.
Il nodo restano i vaccinati. Troppo pochi ancora. L’isola è e resta maglia nera in ogni fascia e categoria, a partire dagli over 80 che – sembra incredibile – per il 18% non hanno ancora prenotato la prima dose (a livello nazionale ne mancano all’appello soltanto il 6%). «Con un’ordinanza del presidente Musumeci, stiamo attivando dei centri in ognuno dei comuni della Sicilia che hanno un numero di vaccinati inferiore al 60% del campione» ha detto ieri l’assessore regionale alla Salute, Ruggero Razza.
In queste ore si stanno anche valutando delle restrizioni che possano riguardare proprio questi comuni, con l’obiettivo di favorire la vaccinazione: «Ritengo – ha sottolineato l’assessore – che, il mese di settembre, e soprattutto la prossima settimana potrà verificarsi un ulteriore aumento dei contagi, ma sono ragionevolmente convinto che l’adesione alla campagna vaccinale, con alcune delle misure che si stanno adottando, farà registrare dei segnali positivi».
Ma perché l’isola mostra un conteggio così drammatico, con un’altra impennata quotidiana di positivi tracciati e una curva che appare in crescita inarrestabile? Il dottore Renato Costa, commissario per l’Emergenza Covid nella città metropolitana di Palermo, prova a rispondere: «Ci sono tanti arrivi di turisti e tanti siciliani che stanno rientrando per le ferie e che si affollano in feste, matrimoni e battesimi. Noi comunque riusciamo a tracciare i contagi e questo è un elemento di sicurezza.
C’è poi il problema di troppe persone che non si stanno vaccinando e che finiscono in un reparto ospedaliero o in terapia intensiva. Spero che a settembre ci sia una forte ripresa delle somministrazioni. Il vaccino è la nostra opportunità di sconfiggere il virus».
Il rischio, se non verrà colta, è che le cose vadano anche peggio: è di qualche giorno fa, invece, l’analisi del professore Antonello Maruotti, ordinario di Statistica della Lumsa, secondo cui «in Sicilia la zona arancione è dietro l’angolo. Gli indicatori di pressione ospedaliera – sostiene il professore – sono oltre le soglie previste dal passaggio in zona gialla. I ricoveri in terapia intensiva sono passati da 18 a circa 80 nel giro dell’ultimo mese e mezzo, e più che raddoppiati (dai 33 del 1° agosto) nelle ultime due settimane. Non si vedono ancora segnali di picco e, pur sapendo che la curva dei contagi non potrà crescere per sempre, il rischio di vedere il numero giornaliero di nuovi contagi andare oltre il muro dei 1500 è più che una semplice ipotesi».
Un’ipotesi è diventata realtà. Il professore Antonello Giarratano, autorevole membro del Comitato tecnico scientifico regionale, intervistato dal quotidiano online LiveSicilia.it, ha dichiarato, confermando il momento complicato: «Abbiamo pochi vaccinati, ecco il nodo, ed è solo perché una parte della popolazione si è immunizzata che, con un contagio giornaliero così elevato, abbiamo un numero di ricoveri ancora gestibile».