martedì 14 aprile 2020
Regioni ancora in ordine sparso. Zaia allenta i vincoli per i runner e aumenta a 2 metri le distanze. Lievi segnali anche dalla Liguria. Dopo Fontana pure Zingaretti e De Luca dicono no alle librerie
Un post tratto dal profilo Facebook del governatore Luca Zaia

Un post tratto dal profilo Facebook del governatore Luca Zaia

COMMENTA E CONDIVIDI

I numeri di contagi e morti e le parole degli esperti scientifici non alimentano sogni da "Fase 2". Un dato di fatto che, tra frenate e spinte in avanti, conferma la confusione nella catena di comando, sempre con il doppio (almeno) binario fra Stato centrale e Regioni. E così mentre librerie, cartolerie e negozi per l’infanzia hanno riaperto ieri i battenti (ma non in tutta Italia) non si arresta, malgrado i ripetuti appelli in senso contrario del premier Giuseppe Conte, la babele di ordinanze regionali, fra chi mantiene le restrizioni massime e chi, invece, comincia ad allentare le maglie dei divieti. Balletto che fa dire a Matteo Renzi, leader di Iv, che per la riapertura servono «regole uguali».

A guidare quest’ultima pattuglia, in un Paese ancora blindato anche sul fronte della mobilità - con le limitazioni confermate domenica dal ministero dei Trasporti sul ogni tipo di traffico -, è il governatore del Veneto, Luca Zaia. Che, forte nella sua regione (dove già oggi molte aziende saranno attive, pare) di una strategia consolidata sin dall’inizio anche sul fronte delle precauzioni sanitarie, decide di allentare le restrizioni governative e vira su una sorta di lockdown "dolce". La sua nuova ordinanza consente di fare attività motoria anche oltre i 200 metri da casa, «ma non si può certo arrivare a 4-5 km, è ovvio, serve buonsenso», precisa il governatore. Per uscire di casa, però, ci sarà bisogno di mascherina, guanti, e gel, mentre chi ha più di 37,5° di febbre non potrà scendere in strada. Viene però aumentato il distanziamento sociale, che passa da uno a due metri anche per le file ai mercati. E Zaia si spinge a disciplinare persino le grigliate, in vista dei prossimi "ponti" del 25 aprile e 1° maggio: si potranno fare ma solo «nel nucleo familiare e dentro la propria proprietà», in tutti gli altri casi restano vietate.

Una leggera riapertura è la mossa decisa anche per la Liguria da Giovanni Toti: il governatore ha firmato l’atto regionale che consente di andare agli orti e ai frutteti, di riprendere i lavori di giardinaggio e di procedere alla manutenzione degli stabilimenti balneari e dei chioschi in vista dell’imminente, ma quanto mai incerta, stagione estiva (misure analoghe a quelle consentite in Abruzzo). Sì, poi, ai piccoli lavori di manutenzione edile e alle attività dei cantieri nautici propedeutiche alla consegna, alla manutenzione dei campi di calcio e de golf.

La ripresa non è vicina, invece, in Lombardia dove, ancora ieri, si sono avuti 280 morti. L’ordinanza di sabato dal governatore Attilio Fontana ha vietato la riapertura di librerie e cartolerie. «In questi ultimi giorni dobbiamo cercare di essere più rigorosi possibile», ha detto il presidente, che ha disposto anche l’uso di mascherine all’aperto (o comunque l’obbligo di coprire naso e bocca con qualunque indumento) e confermato lo stop ad alberghi e strutture ricettive. Gli studi professionali, poi, potranno aprire solo per servizi indifferibili e urgenti.

Massimo rigore è adottato anche dal presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca: pure lui ha disposto la chiusura di librerie e cartolerie, limitando poi l’apertura dei negozi di abbigliamento per i più piccoli a soltanto due mattine la settimana, dalle 8 alle 14. Vietato anche il cibo d’asporto. Resta lo stop totale pure in Piemonte («Per non vanificare gli sforzi fatti finora», come ha detto il governatore, Alberto Cirio), e nel Lazio, dove Nicola Zingaretti – anche segretario del Pd – ha posticipato al 20 aprile la riapertura delle librerie per consentire ai proprietari di mettere in sicurezza i locali. In Emilia-Romagna resta la stretta sulle cosiddette "zone arancioni", cioè le province di Piacenza, Rimini e sulla città di Medicina.

La Sicilia proroga le misure restrittive, con l’obbligo soft delle mascherine, seppur recependo le aperture del nuovo Dpcm. Obbligo di mascherine all’aperto in Friuli Venezia-Giulia, dove sarà consentito fare attività motoria, ma solo vicino casa. Il sì alle riaperture di librerie e cartolibrerie è stato adottato in Toscana, ma solo se gestori e clienti indosseranno la mascherina. In Trentino, invece, sia i negozi per l’infanzia, sia le librerie restano chiuse, mentre potranno riprendere le attività produttive all’aperto e i cantieri, stradali ed edili. Sempre, però, garantendo termoscanner, mascherine e distanze.

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: