Terapia intensiva al Policlinico militare Celio di Roma - Ansa
Contagi in crescita anche oggi, sabato 10 ottobre, in tutta Italia. I nuovi casi sono 5.724 (ieri 5.372) con 133.084 tamponi (ieri 129.471) e 29 vittime (ieri 28).
In Veneto si registrano 561 nuovi casi di positività al coronavirus e 7 vittime. In sole 48 ore il Veneto ha visto un aumento di quasi 1.200 positivi. Nei reparti Covid sono ricoverate 325 persone (+21), nelle terapie intensive Covid 29 (-1).
Dati negativi arrivano anche dalla Lombardia: secondo l'assessore alla Sanità Giulio Gallera i nuovi contagiati tra ieri e oggi sono 1.140, ma fortunatamente senza incidere sulla disponibilità di posti in rianimazione. Mentre in Campania i nuovi contagiati sono 664.
I dati sono sul tavolo del premier Giuseppe Conte, che oggi alle 16 ha riunito i ministri coinvolti nell'emergenza Covid, oltre ai capodelegazione.
Le rassicurazioni dei giorni scorsi iniziano a non reggere più. L'esperto Walter Ricciardi parla di uno scenario a novembre con 16mila casi al giorno. Diverse proiezioni danno le rianimazioni del Sud in affanno in meno di un mese.
Il governatore campano Vincenzo De Luca fissa già l’asticella del lockdown regionale: «Se in un giorno ho mille contagi regionali e 200 guariti, chiudo tutto». Non siamo lontani. E anche la ministra dell’Interno, Luciana Lamorgese, accresce l’attenzione: «Lazio e Campania preoccupano». I segni comunicativi si moltiplicano. Luigi Di Maio annulla la piazza M5s di oggi a Matera, riducendo la sua presenza a una visita quasi privata. Ma la comunicazione inizia a non bastare.
E in vista del Dpcm (Decreto della presidenza del Consiglio), che potrebbe arrivare già lunedì sera, si fanno spazio varie ipotesi: la chiusura di tutti i locali alle 24, il divieto di consumare alcolici davanti ai bar dalle 21, il divieto di feste private anche in casa, un limite di 30 persone per cerimonie come battesimi e matrimoni, un limite di 200 persone per eventi al chiuso (convegni o appuntamenti sportivi dentro palazzetti), un limite di 1.000 persone per eventi all'aperto ove gli spazi lo consentano. Si discute anche una stretta agli sport amatoriali di contatto, come il calcetto. Si ragiona su come rafforzare la raccomandazione a usare la mascherina in casa quando si incontrano non conviventi. Per le Messe tutto rimane come adesso.
La strategia sarà comunque a fasi.
Primo step, lo “ smart– working” rafforzato per decongestionare il trasporto pubblico locale e il pendolarismo.
Secondo, già più doloroso, la stretta sugli orari di chiusura di bar, locali, ristoranti, pizzerie e tutto ciò che sta intorno alla “movida”.
Terzo, la limitazione a eventi di massa, celebrazioni e feste private, anche in casa.
Quarto, in ordine temporale, il blocco allo spostamento tra regioni, come fossimo tornati al 2 giugno.
Intanto, le Regioni sono stimolate dal governo ad attivare zone rosse locali: comincia il Lazio, Campania e Lombardia potrebbero seguire. Di tutte queste misure ha parlato più volte ieri il ministro Boccia, salvo poi dover precisare che si tratta di ipotesi e non di certezze: ma nel complesso si va verso una «stretta ai bulloni», dice il ministro.
Una strategia “a fasi” che dovrebbe avere come ultimo estremo anello la scuola, da tutelare sin dove possibile anche perché, chiuse le scuole, c’è il black–out produttivo. Una via intermedia potrebbe essere, più avanti, fare la Dad solo per gli ultimi anni delle superiori. Nessuna intenzione, invece, di chiudere le fabbriche. Palazzo Chigi su questo è chiaro: anche l’ultimo intervento sulle mascherine non modifica i protocolli già in vigore.
Intanto per domenica è stato convocato d'urgenza il Comitato tecnico scientifico, in una riunione con il ministro della Salute Speranza.